Era dai tempi dell’esplosione dell'emergenza Aids che il livello di consenso popolare sull'omosessualità non scendeva così tanto in Gran Bretagna. Lo riferiscono i risultati di un sondaggio condotto su 2.284 persone dal British Social Attitudes Survey e ripreso da The Guardian, che scrive anche che i dati “coincidono anche con il primo calo, in più di un decennio, di persone che affermano di essere contro il sesso prima del matrimonio e con persone che non sono d'accordo con i gruppi religiosi non cristiani”.
"La liberalizzazione degli atteggiamenti sembra rallentare", ha affermato l'agenzia indipendente di ricerche sociali NatCen, che ha condotto poi sulla questione una ricerca. L'attivista per i diritti dei gay Peter Tatchell ha commentato la situazione dicendo che si tratta di "una tendenza preoccupante", effettivamente il quadro dipinto dal sondaggio restituisce una Gran Bretagna dove un terzo della popolazione ritiene che il pregiudizio nei confronti delle persone transgender sia solo "per lo più" o "a volte" sbagliato, per il 6% degli intervistati addirittura lo è “raramente” o non lo è mai.
Risultati che hanno evidentemente fatto sobbalzare dalla sedia gli stessi autori del sondaggio, che continueranno a lavorare sull’argomento. Tutti coloro che sono stati coinvolti nello studio e si sono dichiarati contro il sesso omosessuale, sono anche molto determinati a far valere le proprie argomentazioni. I genitori degli allievi di una scuola di Birmingham hanno organizzato una protesta contro l’intenzione annunciata dal corpo insegnante di inserire nel programma di studio lezioni sulle questioni riguardanti la situazione della comunità LGBT. Sono gli stessi genitori degli allievi della stessa scuola che cinque mesi fa protestavano contro l’insegnamento dei principi dell’Islam. Protesta appoggiata anche da alcuni politici di alto rango del partito conservatore, come Andrea Leadsom ed Esther McVey, che hanno rivendicato, come riporta sempre The Guardian, il diritto dei genitori a scegliere cosa vada insegnato ai figli e cosa, evidentemente, no.
L'ex eurodeputato Ukip, Bill Etheridge, ha lasciato il partito l'anno scorso dicendo che era considerato "un veicolo di odio verso i musulmani e la comunità gay"; mentre il mese scorso il deputato di Brexit Ann Widdecombe ha detto che la scienza potrebbe "trovare una soluzione" all’omosessualità. Jacob Rees-Mogg, il leader dell'ERG, ha affermato di essere contrario ai matrimoni gay per motivi religiosi.
“Il sondaggio – prosegue l’attivista Tatchell - suggerisce che c'è un terzo di persone che si oppongono all'accettazione di due persone dello stesso sesso che si amano l'un l'altro. La domanda - prosegue - è se queste persone poi traducono i loro punti di vista in sostegno a movimenti politici che vogliono annullare i passi avanti compiuti dalla comunità LGBT".
Anche Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay, sentito da Agi, interviene sulla questione: “Il prendere forza di un fronte intollerante rispetto alle relazioni samesex non è certo un fenomeno isolato nell’oltremanica. Due fattori possono essere indicati all’origine di questo trend: da un lato la nascita e il rafforzamento di gruppi e movimenti che sull’omofobia fondano la propria identità, spesso associandola al sovranismo, ideologia in crescita in zona Ue. Dall’altro lato questo pensiero viene legittimato dalle stesse istituzioni: in Italia (e non solo) ci sono ministri molto impegnati nella propaganda omofoba. Perciò se un tempo l’omofobia faceva fatica a dichiarare pubblicamente la propria intolleranza, oggi trova nei rappresentanti istituzionali una sponda e un sostegno. Non è detto, in definitiva, che l’avversione sia realmente in crescita, ciò che è certo è che è più visibile e dichiarata”.