Accordo raggiunto a Bruxelles sulle nomine Ue. La tedesca Ursula von der Leyen è designata alla presidenza della Commissione europea, la francese Christine Lagarde alla Bce. Il belga Charles Michel alla presidenza del Consiglio Ue, lo spagnolo Josep Borrell al ruolo di Alto rappresentante per la politica estera Ue.
Lo annuncia il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk. Secondo quanto si apprende a Bruxelles l'Italia sarebbe soddisfatta della scelta. L'Italia è soddisfatta per le nomine di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione e di Christine Lagarde alla presidenza della Bce. Lo si apprende a Bruxelles.
Ursula von Der Leyen ha inoltre annunciato la sua intenzione di nominare Frans Timmermans e Margrethe Vestager come vicepresidenti della Commissione con "il rango più alto". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, durante una conferenza stampa.
CHRISTINE LAGARDE
L'attuale direttore del Fondo Monetario Internazionale, classe 1956, ha un profilo economico di grande spessore e consentirebbe appunto a Emmanuel Macron, che pure non la considera il suo candidato preferito, di piantare la bandiera francese a Francoforte.
Esponente dell'alta borghesia parigina e più volte inclusa nella lista delle 100 donne più potenti del mondo secondo Forbes, Christine Lagarde è scesa in campo in politica con il partito popolare francese, ha avuto una formazione giuridica ineccepibile e nel 2005 ha ricoperto il ruolo di ministro delegato al Commercio estero scelta dal premier Dominique De Villepin.
In seguito è stata ministro dell'Agricoltura e della Pesca nel governo Fillon I e dell'Economia, dell'Industria e dell'Impiego nel governo Fillon II. Il 28 giugno 2011 il comitato esecutivo del Fondo monetario internazionale l'ha scelta come nuovo direttore generale, colmando il vuoto creatosi in seguito alle dimissioni del suo connazionale Dominique Strauss-Kahn, travolto dallo scandalo per una presunta violenza sessuale, in seguito rivelatesi insussistente.
La sua nomina ha portato per la prima volta una donna al vertice del Fmi e costituisce una prima volta 'in rosa' anche alla guida della Bce.
URSULA VON DER LEYEN
Ministro della Difesa tedesco dal dicembre 2013 nonché esponente di punta della Cdu, Ursula von der Leyen è stata considerata a lungo una delle principali candidate al titolo di 'delfina' della cancelliera Angela Merkel.
Nata Albrecht, cresciuta fino al 1971 proprio a Bruxelles, Ursula dal punto di vista politico è una "figlia d'arte": suo padre, Ernst, è stato a lungo presidente del Land della Bassa Sassonia.
Sposata con il medico e imprenditore Heiko von der Leyen, la donna oggi chiamata in causa nella corsa alla guida della Commissione Ue è madre di ben sette figli, nati tra il 1987 e il 1999.
La sua carriera politica inizia negli anni '90, quando si iscrive alla Cdu: Von der Leyen ricopre vari incarichi a livello locale finché non viene nominata, nel 2003, ministra per gli Affari sociali, la famiglia e la salute in Bassa Sassonia. Eletta nel 2004 membro della presidenza dell'Unione cristiano-democratica, fa il salto sulla scena nazionale, tanto da venire rapidamente scelta da Merkel come ministra per la Famiglia dal 2005 al 2009, per passare dal 2009 al 2013 alla guida del dicastero del Lavoro e gli Affari sociali.
Il passaggio al ministero della Difesa - prima donna a ricoprire tale ufficio nella storia della Germania - avviene con il governo Merkel III. Due anni fa è stata al centro di uno scontro frontale con i vertici militari tedeschi dopo che era scoppiato uno scandalo sulla presenza di militari filonazisti nella Bundeswehr, avendo von der Leyen accusato i generali di "debolezza di conduzione" dell'esercito. La ministra rispose alle critiche annunciando una grande riforma delle forze armate e chiedendo piu' investimenti a favore della difesa. Di quest'anno, invece, una polemica sui consulenti del ministero della Difesa.
MARGRETHE VESTAGER
Nata nel 1968 in un paesino vicino Copenaghen Vestager decide di occuparsi di politica da giovanissima, dopo aver studiato economia presso l’Università della capitale danese nel 1993. Dopo le prime esperienze nel Radikalke Venstre (Sinistra Radicale), partito di formazione liberalsocialista pro Europa e favorevole a percorsi di integrazione per i migranti, entra nell’Alde, l’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa.
Vestager, ricorda TPI, ha ricoperto cariche significative negli ultimi governi del centrosinistra: neanche trentenne, dal 1998 al 2000 è nominata ministra dell’Istruzione e degli affari ecclesiastici per poi ricoprire l’incarico di ministro dell’Istruzione fino al 2001. Dal 2011 al 2014 è stata ministra dell’Economia e degli Affari interni nell’esecutivo di Helle Thorning-Schmidt, prima donna alla guida del paese. Ha ricoperto anche la carica di vicepremier.
Nel 2015 è diventata commissario alla Concorrenza, con il ruolo di regolare l’attività commerciale nell’Ue, e ha lavorato a stretto contatto con Jean-Claude Juncker.
Vestager ha fama di essere una politica determinata e intransigente e si è fatta notare per l’atteggiamento fermo adottato nei confronti delle ingerenze dei colossi non europei in Europea, come la russa Gazprom sospettata di avere aggirato le norme antitrust dell’Ue. Tuttavia, Vestager non tende a identificarsi come una paladina della lotta alle multinazionali ma come una garante del libero mercato.