“Non vi è nulla di più ex di un ex deputato al Parlamento Europeo”. L’avviso è inequivocabile e presto i parlamentari europei che al momento stanno concludendo il loro mandato dovranno farci i conti. Già, perché alle 12 del 2 luglio i loro badge smetteranno di funzionare e, a quanto pare, lo stacco potrebbe essere traumatico. È per questo che l’associazione degli ex eurodeputati ha deciso di investire parte dei 230 mila euro l’anno percepiti nel 2019 come finanziamenti dal Parlamento Europeo, per la stampa di una brochure su come affrontare la depressione che li colpirà, a quanto pare, inevitabilmente.
Il titolo è sufficientemente eloquente: “Guida alla vita dopo il Parlamento”. Tutto normale se si considera che per tutta la durata del mandato un europarlamentare ha il tempo rigorosamente scandito da un’agenda e che il cambio di regime, da un giorno all’altro, potrebbe creare un momento di effettivo disorientamento.
Giusto per fare un esempio, riportato anche sulla suddetta brochure, Catherine Grèze, ex eurodeputata francese, nel 2014, alla fine della sua esperienza, ha deciso di ritornare a casa, in Francia, a piedi: “Sono partita a piedi dall’emiciclo, con lo zaino in spalla. Ho camminato lungo il fiume Ill, il canale della Bruche, poi la Route des Vosges, attraverso le prealpi della Chartreuse, le prealpi del Vercors, la valle del Rodano e l’Haut-Languedoc e dopo 714 chilometri sono finalmente arrivata a casa. Avevo avuto sei settimane di tempo per schiarirmi le idee – prosegue - e ritrovare il mio equilibrio, ma anche per cercare di capire gli elettori che avevano deciso di non votarmi”.
Insomma, è evidente che la sensazione deve essere molto forte, così ecco arrivare in soccorso a chi si appresta al grande salto fuori dal Parlamento Europeo una serie di consigli:
“Trascorrete parte del vostro tempo in famiglia”“Riprendete alcuni hobby del passato: sport, giardinaggio, pittura”“Un nuovo stile di vita può significare iniziare una nuova carriera”
Ma attenzione: “È fondamentale non prendere decisioni affrettate”. Come se fosse il primo giorno in un qualsiasi gruppo di supporto emotivo, vengono riportate anche altre testimonianze di chi ha già affrontato questo difficile passaggio: “Prendetevi una bella vacanza – consiglia il britannico Malcom John Charles Harbor CBE - godetevi la vostra ritrovata flessibilità, che vi consente ora di programmare la vostra vita senza un rigoroso calendario già definito con un anno di anticipo. Una così grande opportunità potrebbe non ripresentarsi più”.
“La vita va sicuramente avanti e si profilano necessariamente altri obiettivi e opportunità”, gli fa eco lo spagnolo Alejo Vidal-Quadras Roca. “Nulla sarà uguale a prima”, avvisa la guida, ma “fallirete soltanto se non vi godrete la vita”.
L’utilissima brochure però nella maggior parte dei casi, secondo quanto pubblicato da La Stampa, al momento stazionerebbe nelle mani degli assistenti che non avrebbero ancora avuto il coraggio di consegnarla ai propri europarlamentari di riferimento. Anche se spesso la pancia del paese, tra un giro di amari e l’altro al bar, condanna senza appello i privilegi della politica, è evidente che lasciare un posto di lavoro necessita della metabolizzazione di una sorta di lutto, come per qualsiasi altro lavoratore al mondo, e una guida/brochure, molto utilizzata all’estero in simili occasioni, se non è una soluzione potrebbe indicare certamente il punto di partenza.