Per evitare una nuova moria come quella del 2018, il governo della Namibia ha preso il toro per le corna: circa un migliaio di animali selvatici saranno venduti all'asta per salvarli dalla siccità che dallo scorso aprile flagella il Paese dell'Africa australe.
In una insolita vendita all'asta, che prenderà il via questa settimana, potranno essere acquistati dal miglior offerente 500-600 bufali del parco dell'altopiano di Waterberg, 150 gazzelle dei parchi di Hardap e Naute, 65 orici e 28 elefanti del parco nazionale di Khaudun. Della lista degli animali selvatici di cui il paese africano intende separarsi per ricavare fondi da destinare a migliaia di occupanti dei suoi parchi nazionali decimati dalla siccità fanno parte anche 60 giraffe, 16 kudu, 35 antilopi eland del parco di Waterberg, 20 impala del Von Bach e 16 gnu del Daan Viljoen.
Il drastico provvedimento, che fa già discutere ambientalisti ma non solo, è la risposta del ministro dell'Ambiente, Romeo Muyunda, "al nuovo anno di siccità". L'obiettivo è ridurre il numero di animali in competizione per acqua e cibo, ma anche raccogliere fondi a tutela delle aree protette.
Una proposta formalmente approvata dal Consiglio dei ministri, che ha confermato che l'asta sarà aperta senza però precisarne le modalità. Il valore stimato della vendita è di circa 17 milioni di dollari namibiani.
Secondo l'ultimo rapporto diffuso dal ministero dell'Agricoltura namibiano, a causa della siccità più di 60 mila animali sono morti nel 2018. La Namibia è uno dei Paesi africani più colpiti dai cicli di siccità sempre più frequenti negli ultimi anni, come conseguenza diretta dei cambiamenti climatici.
Ad oggi un abitante su cinque non ha cibo sufficiente per sopravvivere e anche tra gli agricoltori si registra un drastico calo delle risorse disponibili. Il mese scorso il governo ha decretato lo stato di emergenza e lanciato un appello alla solidarietà internazionale.