Erano state le accuse di abusi sessuali da parte di due donne di Stoccolma, non i segreti di Stato rivelati tramite Wikileaks, a spingere Julian Assange a rifugiarsi, il 19 giugno nel 2012, nell'ambasciata ecuadoregna di Londra, per sfuggire all'estradizione in Svezia. Ed era stata la lunga permanenza nella sede diplomatica, che fino allo scorso 11 aprile gli aveva concesso asilo, a portare i magistrati scandinavi ad archiviare le accuse nel 2017, nell'impossibilità di perseguire Assange finché si trovava in quell'edificio.
In seguito alla revoca dell'asilo e al conseguente arresto, il caso è stato però riaperto una settimana fa e oggi il vice procuratore capo Eva-Marie Persson ha chiesto alla Corte di Uppsala l'arresto in contumacia dell'attivista. Se il giudice lo firmerà, Persson emetterà un mandato d'arresto europeo nei confronti di Assange, al momento detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, dove sta scontando una condanna a 50 settimane di detenzione per violazione dei termini della libertà provvisoria, sempre in relazione alle accuse di violenza sessuale. Ma di cosa deve rispondere di preciso Assange?
Le accuse di Anna Ardin e 'Miss W'
Le accuse risalgono all'agosto 2010, quando Assange si era recato a Stoccolma pochi mesi dopo essere salito sulla ribalta internazionale in seguito alla pubblicazione di materiale secretato sulle guerre in Afghanistan e Iraq fornito dall'allora militare Chelsea Manning. Ad ospitarlo fu una donna Anna Ardin, la quale ha raccontato di aver subito avance sessuali da Assange alle quali aveva poi ceduto, sia pure - sostiene - controvoglia.
Nello specifico, la Ardin accusa Assange di aver manomesso il preservativo con il quale avevano consumato il rapporto in maniera tale che si sfilasse prima della conclusione. In Svezia i confini del reato di violenza sessuale sono molto più vasti che altrove e questo presunto sotterfugio rientrebbe in tale fattispecie. Assange ha confermato di aver avuto un rapporto consensuale con Ardin ma ha sostenuto di non aver in alcun modo manomesso il condom.
La seconda accusatrice, conosciuta come 'Miss W' ha raccontato di aver conosciuto Assange a un seminario organizzato dalla Ardin e di avere, successivamente, avuto con lui un rapporto nel suo appartamento, anch'esso consensuale. Di fronte all'insistenza di Assange nel non voler utilizzare il preservativo, il rapporto si sarebbe interrotto, per poi riprendere durante la notte con le dovute precauzioni. Fin qui nulla di irregolare. La donna ha aggiunto però di essere poi stata svegliata al mattino da Assange che la stava penetrando senza condom. Sarebbe quest'ultimo comportamento ad aver portato Miss W ad accusare di violenza sessuale il fondatore di Wikileaks, che anche in questo caso ha negato ogni abuso.
Innocentisti e colpevolisti
In molti non vollero credere alle accuse nei confronti di Assange, ritenendole montature organizzate dal governo degli Stati Uniti per liberarsi di Assange. Michael Moore fu tra i principali sostenitori di questa versione, così come la scrittrice femminista Naomi Wolf, secondo la quale Assange era al massimo colpevole di "comportamento narcisistico". "Da quanto lamentato dalle vittime ai media, capisco che Assange è accusato pure di aver scritto tweet e messaggi in taxi mentre era diretto verso l'appartamento di una delle due donne durante un appuntamento", aveva scritto Wolf sull'Huffington Post.
Non erano ancora i tempi del #MeToo e in molti si limitarono a non prendere posizione in attesa delle conclusioni della magistratura. Non mancò però chi accusò Moore, Wolf e chi concordava con la loro posizione di non voler accettare che un loro idolo (all'epoca Assange era ammantato da un'aura quasi profetica) potesse dover rispondere di reati così infamanti, per quanto i comportamenti di cui è accusato in molte altre nazioni non sarebbero stati passabili di denuncia per violenza sessuale. "C'è stata una forte riluttanza a voler prendere queste accuse sul serio", scrisse Sadi Doyle, "la gente non voleva pensare che il loro eroe potesse fare qualcosa del genere".
Kate Harding su Salon, altro sito di riferimento della galassia liberal, parlò di una campagna diffamatoria nei confronti delle accusatrici, le cui motivazioni furono messe in discussione da molte testate. Il Daily Mail, ad esempio, scrisse che Ardin "non solo era stata la protetta di un'accademica femminista militante ma aveva rivestito il ruolo di 'funzionaria dell'eguaglianza sessuale del campus' quando lavorava in un'università locale" e che la sua denuncia deriva dalla gelosia perché Assange, dopo aver fatto sesso con lei, ebbe rapporti anche con Miss W. Lo stesso Assange sostenne di essere finito "in un nido di vespe di femminismo rivoluzionario" e definì la Svezia "l'Arabia Saudita del femminismo".
Dove verrà estradato Assange?
Se sia la Svezia che gli Stati Uniti (dove Assange è accusato di crimini informatici) chiederanno l'estradizione, spetterà a Londra decidere, ha spiegato a Vox Ashley Deeks, docente di legge presso l'Università della Virginia. Nel valutare la sua decisione, il governo britannico dovrà considerare fattori quali la gravità delle accuse nei due casi, l'ordine nel quale le richieste di estradizione sono giunte e la probabilità che, una volta concluso il processo, una delle due nazioni accetti l'estradizione verso l'altra.
Il dibattito politico, su questo tema, già ferve. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, ha chiesto a Theresa May di non estradare Assange negli Stati Uniti in quanto l'attivista non può essere punito per "aver fatto luce sulle atrocità in Afganistan e in Iraq".