Al di là delle questioni politiche e della ragione o del torto delle sue decisioni, lascia seriamente perplessi il fatto che Trump, negli ultimi anni, abbia scelto le date delle festività del calendario iraniano per annunciare nuove sanzioni contro la popolazione mediorientale; una scelta che convince sempre più gli iraniani del fatto che il governo statunitense sia ostile nei loro confronti.
Martedi probabilmente ci sarà in Iran il primo giorno del mese di Ramadan, mese sacro per i musulmani, che comprende anche il digiuno, ed è vissuto come una festa.
Diplomatici coperti dall’anonimato a Washington hanno detto al Wall Street Journal che proprio in quel giorno o al massimo mercoledì, arriveranno nuove sanzioni contro l’Iran, senza specificare quale settore comprenderanno. Già in questo momento, l’Iran è afflitto da sanzioni pesantissime, che impediscono l’arrivo a Teheran di medicine e cibo, e mirano ad azzerare la vendita di petrolio, principale fonte di reddito del Paese.
La recente dichiarazione di Trump contro l’esercito scelto dell’Iran, i Pasdaran, e l’attribuzione di termine di gruppo terroristico a questo corpo, è avvenuta nella data della festa che celebra la nascita del nipote di Maometto. Anche le sanzioni petrolifere, sono giunte il 4 Novembre, nell’anniversario di un’altra festa nazionale iraniana.
Queste scelte, che non possono essere coincidenze per la loro ripetizione, fanno pensare sempre più alla popolazione iraniana che quello del governo americano sia sadismo e ostilità gratuita. È chiaro che la reazione ad un simile comportamento, è quello di resistere alle pressioni e sostenere il proprio governo nel contrasto contro l’amministrazione di Washington.