È la prima volta che una serie tv diventa veicolo politico fenomenale. È accaduto in Ucraina dove Volodymyr Zelensky, attore comico protagonista della serie tv 'Il servo del popolo', dove interpretava un uomo diventato 'presidente per caso', è riuscito a diventare davvero presidente del suo Paese sfruttando la popolarità proprio ottenuta con questa serie tv, le cui tre stagioni sono andate in onda dal 16 novembre 2015 al 28 marzo 2019, realizzata con pochi mezzi dai comici di Kvartal 95, che lavoravano per 1+1, la tv dell'oligarca Igor Kolomoysky, in rotta con l'allora presidente Petro Poroshenko, magnate del cioccolato.
Venduta a Netflix (il format è stato acquistato dalla Fox), in Ucraina ha registrato un successo strepitoso: è stata una delle serie di maggior successo nella storia del Paese anche grazie al fatto che fosse trasmessa su YouTube con sottotitoli in inglese (la prima puntata ha avuto oltre 9 milioni di visualizzazioni).
Prima di scendere in politica e sconfiggere proprio Poroshenko nella corsa alla presidenza, Volodymyr Zelensky aveva detto che lui e il suo gruppo erano indipendenti dalla politica e i vari deputati e uomini della nomenklatura, oltre agli oligarchi, venivano tutti derisi senza risparmiarne alcuno.
'Il servo del popolo' è una serie girata in russo e anche per questo è stata oggetto di attacco da parte dei nazionalisti che hanno accusato in campagna elettorale Zelensky di essere legato a Putin.
'Il servo del popolo' è la storia di Vassily Petrovich Goloborodko, un tranquillo insegnante di storia di Kiev di 31 anni, divorziato e arrabbiato col governo e con le istituzioni ucraine. Un sentimento che esplode in tutta la sua violenza durante una lezione in classe quando si lancia in un monologo appassionato, volgare e violento, contro le fatiche e le ingiustizie della vita nel Paese.
Il video, ripreso dai suoi studenti col cellulare, finisce su YouTube e Vassily si sveglia con il primo ministro che suona alla sua porta e gli annuncia la rivoluzione: "Buongiorno signor presidente!".
Che succede se un uomo normale, onesto, con sani valori morali finisce nella stanza dei bottoni? Il professor Vassily è un uomo semplice che gira per Kiev in bicicletta che viene catapultato in un mondo diverso. Diremmo nel cuore della 'casta'. Si trasferisce nella sua nuova residenza, talmente grande e sfarzosa che la scambia per un museo; attorno a lui consiglieri e segretari viscidi e corrotti che gli consigliano di dichiarare il default per non ripagare i debiti oppure gli dicono che sarebbe opportuno annunciare in tv l'imminente caduta di un meteorite per terrorizzare la gente scesa in piazza per protestare contro le nuove tasse sull'alcol.
L'uomo della strada catapultato al comando del Paese sceglie la via dell'onestà e ordina di gestire la crisi invece di ricorrere a trucchi mediatici o inganni. Vassily è un 'epurator' nel nome dell'onestà: licenzia i governatori corrotti, fa arrestare in diretta tv il premier, impone a tutti i politici - che la vivono come una minaccia - di rispettare la legge, grida nell'aula della Rada la disperazione del popolo che "non ha da mangiare, e ha paura di girare per strada".
E quando i parlamentari bocciano all'unanimità le sue riforme, il presidente imbraccia due mitragliatrici e apre il fuoco contro i banchi realizzando quello che secondo i commentatori dell'epoca era "il sogno di milioni di spettatori".
Non è dato sapere se dietro questa serie ci sia mai stato un effettivo calcolo politico - il partito 'Servo del Popolo' (proprio come il titolo della fiction) con cui si è candidato alla presidenza Zelensky è stato fondato il 31 marzo 2018, dopo la fine della seconda stagione - anche se Viktor Saryakin, che interpreta il padre di Goloborodko, ha dichiarato: "Sarebbe molto bello se il 90% degli spettatori dicesse: anch'io voglio cambiare le cose". Quasi una profezia, visto che Zelensky (alter ego di Vassily) è stato eletto da oltre il 70% dei votanti.