Sono 138 i foreign fighter 'italiani - legati cioè al nostro Paese per nascita, permesso di soggiorno, residenza - partiti per la Siria, l'Iraq o la Libia per combattere per la causa del sedicente Stato Islamico: di loro, 47 hanno perso la vita in 'missione' mentre 28 avrebbero fatto rientro. Sono gli ultimi dati dall'antiterrorismo e dell'intelligence, che ne monitorano costantemente i movimenti.
Difficile, al momento, stimare quanti di questi 'combattenti' farebbero parte dell'elenco di 800 che Donald Trump vorrebbe 'restituire' ai Paesi Ue di partenza: dovrebbero trovarsi nelle prigioni delle 'forze democratiche siriane, e il presidente Usa vorrebbe che fossero processati. L'alternativa? La liberazione. Decisamente poco incoraggiante laddove si consideri che nessuno può dire quali sarebbero le reali intenzioni dei cosiddetti 'returnee'. Dei foreign fighter legati all'Italia e tuttora in Siria, almeno due - entrambi italiani, anche se uno sarebbe partito dalla Germania - sono nelle condizioni di essere espulsi. Ma nelle prigioni siriane potrebbero essercene altri.