I timori per la Brexit hanno spinto Sony a trasferire la propria sede europea dalla Gran Bretagna all'Olanda. “Abbiamo dovuto prendere provvedimenti per garantire la continuità delle nostre operazioni”, ha detto un portavoce di Sony al Financial Times.
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Sony va in Olanda
Il gruppo giapponese di videogiochi ed elettronica ha registrato una nuova società nei Paesi Bassi a dicembre. Si fonderà con Sony Europe, l'entità che ha sede nel Regno Unito, entro la fine di marzo. Sony ha sottolineato che nessuno dei suoi 900 dipendenti attualmente occupati oltremanica e che gestiscono vendite e marketing verrà licenziato o trasferito. Gli uffici non dovrebbero quindi subire grandi conseguenze e, grazie al regime fiscale olandese, le tasse saranno pagate in gran parte in Gran Bretagna. La mossa consente però a Sony di rimanere nell'Unione Europea e – visto lo scenario non ancora definito - di mettersi al riparo da possibili intoppi legati alla circolazione dei propri prodotti.
I movimenti giapponesi
Sony non è il primo grande gruppo nipponico ad aver salutato Londra. Già nel 2016, poco dopo il referendum sulla Brexit, l'ambasciatore giapponese a Londra Koji Tsuruoka, dopo un incontro con Theresa May era stato chiaro: “È semplice, nessuna azienda privata può continuare a operare” nel Regno Unito se questo implica problemi per le loro attività. E la scorsa estate Shinichi Iida, ministro della diplomazia, ha affermato che il mancato accordo tra Londra e Bruxelles sarebbe stato “un limite” per le imprese giapponesi.
Alcune hanno già fatto i bagagli. A settembre Panasonic ha trasferito la propria sede europea ad Amsterdam. Ma la lista di chi si sta muovendo, in diversi modi, è lunga: va dal trasferimento degli impianti alla modifica della struttura aziendale fino al cambio di valuta di riferimento nei propri dipartimenti finanziari, dalla sterlina all'euro (come ha fatto Ricoh, società che si occupa servizi stampa). Diverse società finanziarie, come Nomura, Daiwa Securities, Sumitomo e Mitsubishi UFJ Financial, hanno rafforzato la propria presenza europea, tra Germania e Olanda. Proprio i Paesi Bassi sarebbero la destinazione più gradita: secondo l'agenzia per gli investimenti esteri, 250 compagnie di tutto il mondo starebbero discutendo di trasferire la sede in Olanda.