Ennesimo contrattempo nella corsa contro il tempo per salvare Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo in Andalusia, lo scorso 13 gennaio: i soccorritori hanno deciso che si deve allargare il tunnel verticale scavato a fianco del pozzo. Il problema sono i tubi che devono rafforzare e rivestire le pareti del tunnel scavato per fare passare i minatori per arrivare all'angusto pozzo dove si trova il bambino: le misure sono sbagliate e i tubi non si adattano al tunnel scavato. Le macchine scavatrici dovranno dunque perforare nuovamente il terreno per allargarne il diametro.
Quando sembrava dunque di essere a un passo dalla dirittura d'arrivo, nuove complicazioni ritardano il salvataggio che, da giorni, tiene il Paese con il fiato sospeso. L'operazione di allargamento del tunnel è già cominciata ma è impossibile dire quanto tempo prenderà. Da quando domenica 13 gennaio è caduto in un pozzo abbandonato, largo 25 centimetri e profondo più di 100 metri, nelle campagne di Totalan, alle porte di Malaga, il bimbo di appena due anni non ha dato segni di vita. Era nelle campagne insieme ai genitori, per un pranzo con amici di famiglia quando è scivolato nelle viscere della terra.
Si pensava che oggi la Brigata di Salvataggio Minerario, gli speleologi specializzati nel soccorso di grotte e gallerie sotterranee, cominciasse il lavoro di perforazione della galleria in senso orizzontale, dal tunnel verso il pozzo; e invece, nulla da fare. Bisogna attendere ancora: attende la Spagna e attendono i genitori, che hanno già perso un altro figlio nel 2017, quando Julen era ancora neonato, e da giorni sono assistiti da un team psicologi.