Un’altra donna sfida apertamente Donald Trump. Dopo la discesa in campo di Elizabeth Warren, la senatrice liberal che punta alla Casa Bianca nel 2020, Nancy Pelosi è stata rieletta speaker della Camera e getta il guanto nel campo di Trump, promettendo battaglia su tutti i fronti e non escludendo l'avvio della procedura di impeachment.
Il ritorno di Nancy
Dopo aver strappato la Camera ai repubblicani (che invece hanno tenuto il Senato) alle elezioni di metà mandato, i democratici avranno ora l'opportunità di aprire indagini sull'esecutivo attraverso diverse commissioni. Il nuovo Congresso si riunisce per la prima volta mentre continua il braccio di ferro tra la Casa Bianca e i dem per il mancato stanziamento di fonti per la costruzione del Muro al confine con il Messico.
La 78enne veterana dei democratici della California, che già aveva ricoperto il ruolo tra il 2007 e il 2011, ha ottenuto 220 voti (su 430) contro i 192 del candidato repubblicano, Kevin McCarthy. Due membri della Camera non hanno votato, 18 hanno scelto altre tre persone e 3 legislatori si sono astenuti. Per lei, oggetto privilegiato degli attacchi dei repubblicani e della destra, un ritorno che sa di nemesi.
Un mondo nuovo
Da oggi cambia il volto del nuovo Congresso e comincia una nuova era per il presidente, Donald Trump, ha promesso la speaker, preannunciando "un mondo nuovo", ben diverso da quello dei primi due anni dell'amministrazione. Pelosi ha assicurato che ci sarà battaglia su molti fronti, da un'inchiesta sulle morti dei bambini migranti al Russiagate. "Non dovremmo evitare l'impeachment per motivi politici", ha avvertito in un'intervista all'Nbc. "Trump era abituato a un congresso repubblicano, con una Camera e un Senato che si limitavano a mettere il timbro. Adesso non sarà più così. Il controllo del governo da parte del Congresso è la nostra responsabilità", ha aggiunto in un'intervista a Usa Today.
“Ora stop allo shutdown”
Nel suo primo discorso in Aula, Pelosi ha annunciato che i democratici presenteranno una legge per finanziare il governo e porre fine al parziale shutdown. La proposta di legge, precedentemente approvata all'unanimita' dal Senato, finanzierebbe il governo ai livelli attuali senza aggiungere fondi per costruire il Muro al confine con il Messico. La Camera voterà questa proposta basata su leggi già approvate dal Senato e un'altra legge per sbloccare fondi per la Sicurezza interna fino all'8 febbraio. Pelosi ha auspicato la collaborazione con i repubblicani, anche se ha ammesso di non farsi illusioni. Ha inoltre rivolto all'"intero Congresso" l'invito a "lavorare per mettere fine all'inattività e a alla negazione della scienza che riconosce le minacce al pianeta e al futuro".
Pelosi ha anche evidenziato un'altra delle sue priorità: un'iniziativa legislativa che mira a promuovere l'etica negli uffici pubblici per "ripristinare l'integrità del governo". Una legge che "mira a convincere le persone che il governo lavora per l'interesse pubblico e non per i propri", ha detto senza citare Trump. Tra le altre priorità, interventi sulle infrastrutture, abbassare i costi delle cure mediche, controlli più efficaci sulle armi, la tutela dei 'dreamer', la lotta alle discriminazioni.
Washington la prima a pagare per lo shutdown
È un inizio d'anno difficile per Washington. Se ogni anno la capitale sperimenta a gennaio un calo di turisti e residenti a passeggio per i monumenti a causa dei primi freddi, quest'anno la situazione è ancora più critica per via del prolungarsi del blocco parziale delle attività del governo. Al tredicesimo giorno di shutdown, i musei gratuiti e anche lo zoo restano chiusi. I visitatori hanno pubblicato sui social media foto di parchi sporchi, cassonetti dell'immondizia pieni, carte e plastica sui marciapiedi o intorno ai monumenti. Il fine settimana di festa, infatti, ha reso evidente l'impossibilità di garantire un servizio adeguato, per uno staff ridotto all’osso.
A pagare il prezzo dello shutdown, iniziato a causa del braccio di ferro tra Casa Bianca e Congresso sul finanziamento del Muro al confine con il Messico, non sono solo i dipendenti pubblici, ma anche tutti quelli che lavorano nel settore del turismo.
Un Congresso inclusivo
Non è mai stato così inclusivo e vario il Congresso, arrivato alla 116esima legislatura. I nuovi membri di Camera e Senato che hanno giurato oggi hanno prima di tutto fatto registrare un record di donne, fattore fondamentale che ha spinto i democratici a riconquistare la maggioranza alla Camera. Il nuovo Congresso saluta la prima deputata rifugiata e con il velo: Ilhan Omar, dal Minnesota, una delle due musulmane recentemente elette.
Un traguardo storico, che lei stessa ha voluto ricordare su Twitter: "23 anni fa siamo arrivati con mio padre all'aeroporto di Washington, partiti da un campo di rifugiati in Kenya. Oggi, ritorniamo allo stesso aeroporto alla vigilia del mio giuramento, come prima somalo-americana al Congresso". Insieme a Omar, l'altra musulmana eletta per la prima volta alla Camera è Rashida Tlaib, di origini palestinesi, rappresentante del Michigan.
A festeggiare un'altra prima volta anche le due donne native americane: Sharice Davids e Deb Haaland, rispettivamente elette in Kansas e New Mexico. Davids, 38 anni è istruttrice di arti marziali; apertamente lesbica è stata eletta in uno stato conservatore. Il Texas ha poi eletto alla Camera per la prima volta due donne di origine ispanica, in uno stato in cui i latinos rappresentano il 40% della popolazione: le democratiche Sylvia Garcia e Veronica Escobar.
Alexandria Ocasio Cortez, di New York, con i suoi 29 anni, è la parlamentare piú giovane mai eletta.
Trump ribadisce: si fa il Muro
Intanto Donald Trump si è presentato a sorpresa per la prima volta nella briefing room della Casa Bianca, e ha lanciato un ennesimo appello per la costruzione del Muro al confine con il Messico. "Senza Muro non avrete sicurezza al confine", ha avvertito il presidente. Trump è andato via senza rispondere alle domande dei giornalisti, nonostante le numerose sollecitazioni.