Il più grande complesso di detenzione di Mosca, la famigerata prigione Butyrka - che tra i suoi carcerati ha contato anche il nipote di Adolf Hitler e lo scrittore Aleksandr Solzhenitsyn - si appresta a chiudere per sempre, cento anni esatti dopo la nascita del più famoso narratore dissidente della storia dell'Unione Sovietica. A comunicare la decisione sonostati alcuni rappresentanti del Servizio penitenziario federale, dopo anni di discussioni a riguardo.
Imponente prigione di mattoni rossi nel centro della capitale russa, la Butyrka oggi funge da centro di detenzione cautelare e ospita circa 2.000 carcerati. Qui è stato detenuto per quasi un anno l'avvocato Serghei Magntistky, morto nel 2009 quando era ancora dietro le sbarre, in un caso che ha fatto esplodere un caso diplomatico tra Russia e Usa.
Fin dai tempi della terribile Caterina
Valery Maksimenko, il vice direttore del servizio penitenziario russo, ha detto al quotidiano Moskovsky Komsomolets che la Butyrka sarà consegnata alle autorità municipali e chiuderà nel "prossimo futuro" e che i detenuti saranno trasferiti in una nuova struttura fuori città e la cui costruzione inizierà a gennaio.
Promesse, voci e piani di chiudere questo carcere si susseguono da anni e per questo in molti sono rimasti scettici davanti alla notizia, ma se quanto annunciato si attuerà, di fatto chiuderà una delle prigioni più temute del mondo.
Sul luogo dove sorge l'attuale centro penitenziario, vi era un carcere già ai tempi di Caterina la Grande, nel XVIII secolo, e per breve tempo vi fu imprigionato, prima di essere decapitato, Emelyan Pugachev, leader di una rivolta contadina. La maggior parte della struttura esistente risale al XIX secolo; nel 1909, vi finì uno dei più celebri poeti russi, l'allora giovane rivoluzionario Vladimir Mayakovsky, che lì iniziò per la prima volta a comporre versi.
Dopo la rivoluzione d'Ottobre, nel 1917, il regime comunista si impossessò di Butyrka riempiendola di prigionieri, durante le purghe staliniane degli Anni '30.
Ospiti illustri
Ma nelle celle di questo carcere finirono anche altri scrittori, come Evgheny Solzhenitsyn, Varlam Shalamov e Osip Mandelshtam. Il nipote di Hitler, Heinrich, fu catturato dalle forze sovietiche nel 1942 durante l'attacco nazista e all'Unione sovietica e tra queste mura trovò la mlorte.
Dopo il crollo dell'Urss, Butyrka ha continuato a servire da prigione per i detenuti in attesa di processo. Quando nel 2000 il tycoon dei media, Vladimir Gusinsky, fu arrestato e incarcerato lì per breve tempo rimase così scioccato dalle condizioni di vita dei detenuti, che pagò personalmente per aggiustare il tetto e comprare letti nuovi.