Il ddl Anticorruzione diventa legge. Poco più di tre mesi dal primo via libera del Cdm, lo scorso 6 settembre, con l'assenza di Matteo Salvini alla riunione. Un voto di fiducia, varie tensioni tra M5s e Lega, vertici tra i leader e lo stesso premier Giuseppe Conte per sciogliere i nodi, un incidente di percorso in prima lettura con il governo battuto su un emendamento a scrutinio segreto: è la fotografia dell'iter concitato e a tratti in salita dello "Spazzacorrotti", provvedimento bandiera del Movimento 5 stelle che esulta in Aula subito dopo il voto finale, con un lungo abbraccio tra Di Maio e il Guardasigilli Alfonso Bonafede e i festeggiamenti in piazza davanti Montecitorio al grido di "Bye Bye corrotti", slogan che campeggia sui cartelli preparati per l'occasione.
La soddisfazione di Conte
Anche il presidente del Consiglio rivendica il via libera definitivo al provvedimento: "Per la prima volta il nostro paese ha una legge organica e strutturata per combattere in modo serio la piaga della corruzione. Continua il nostro percorso di cambiamento per rilanciare il 'sistema Italia'", scrive Conte su twitter. E Di Maio ringrazia pubblicamente la Lega. Alleato di governo che, però, non si lascia andare a manifestazioni di gioia, nessuna esultanza né tantomeno dichiarazioni altisonanti. Lo stesso Salvini, arrivato alla Camera nel pomeriggio, lascia l'Aula di Montecitorio poco prima del voto, spiegando ai giornalisti che non parteciperà al flash mob organizzato dai 5 stelle perché "i flash mob non portano bene...". Tutto qui. Ma per i pentastellati è il momento dell'esultanza: "è una giornata storica", è il refrain. E già si preparano a bissare i festeggiamenti sabato, quando si svolgerà lo "Spazzacorrotti day", con banchetti e gazebo in molte piazze italiane per rivendicare le misure appena approvate.
Tensioni con Pd e Forza Italia
Protestano fino all'ultimo le opposizioni, che accusano maggioranza e governo di aver compresso al limite il dibattito sul ddl. E pochi minuti prima del voto finale è tensione in Aula tra Pd e Forza Italia e i 5 stelle, a causa delle parole della presidente della commissione Giustizia Giulia Sarti, che segna una sorta di spartiacque tra chi vota a favore, e quindi è contro la corruzione e l'illegalità, e chi no. Interviene il presidente Roberto Fico, chiamato in causa dalle forze di minoranza: "il voto è sul testo e si può essere d'accordo o in disaccordo, ma ogni deputato esprime liberamente il voto sul provvedimento", garantisce la terza carica dello Stato.
Per i dem è una legge "spazzagaranzie", che dimostra una "visione pericolosa della giustizia". Per Forza Italia, che decide di non partecipare al voto - mentre FdI sceglie l'astensione - la legge rappresenta un "attacco alle garanzie costituzionali" e viene "inventato l'ergastolo processuale".
Di Maio esulta
Ma le critiche non scalfiscono i pentastellati: "Oggi è una giornata storica che vogliamo dedicare a tutti i cittadini onesti che sanno che lo Stato è dalla loro parte. Questa è una legge contro i furbi", festeggia Bonafede. "Sono 6 mesi di governo e questo è uno dei più grandi risultati ottenuti. Ce l'abbiamo fatta e ora nulla sarà come prima. Adesso al centro ci sarà la brava gente onesta", esulta Di Maio. "E' una svolta epocale per il paese", aggiunge Riccardo Fraccaro. Prudente, invece, il giudizio dei magistrati: "La riforma della prescrizione è stata da sempre tra le proposte dell'Anm, ma non basta", dice il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci. Il voto di oggi "rende ancora più necessario aprire la stagione degli interventi complessivi sul processo penale che ne diminuiscano la durata per ridargli efficacia", conclude.