I ribelli houthi e il governo yemenita sostenuto dalla coalizione a guida saudita hanno raggiunto l’accordo per il cessate il fuoco nella regione della città portuale di Hodeidah, centro strategico - spiega il Post - per l’approvvigionamento di beni di prima necessità per i 18 milioni di persone che vivono nelle aree del paese controllate dai ribelli. L’accordo è stato raggiunto nell’ultimo giorno di un summit in Svezia, con la mediazione dell’ONU, e prevede anche un dispiegamento di forze militari neutrali a Hodeidah.
Le organizzazioni umanitarie
Le organizzazioni umanitarie italiane che da tempo si stanno mobilitando per porre fine alla guerra e alle sofferenze della popolazione civile yemenita hanno accolto con favore l’accordo che - si legge in un comunicato congiunto Amnesty International Italia - Fondazione Finanza Etica - Movimento dei Focolari Italia - Oxfam Italia - Rete della Pace - Rete Italiana per il Disarmo - Save the Children - "dà speranza agli yemeniti in un periodo davvero buio, ma questa speranza rimane fragile visto il proseguimento dei combattimenti, i salari non pagati e l’aumento delle vittime per fame e malattie. Le organizzazioni considerano quindi l’accordo come una base promettente per la pace nello Yemen, che deve essere perseguita con determinazione e velocità"
Dagli Usa stop al sostegno alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita
Un altro segnale importante e positivo arriva dal Senato statunitense che, nella serata di ieri, ha votato in maniera bipartisan (56 favorevoli contro 41) una Risoluzione con cui si prendono definitivamente le distanze dall’Arabia Saudita (e dalla coalizione che guida) chiedendo, oltre che la fine del sostegno militare USA, anche un significativo intervento economico in favore dello Yemen colpito dalla più grave emergenza umanitari dei nostri tempi. L’iniziativa ha un alto valore politico anche se per essere concretizzata necessita ora di un similare volto alla Camera dei Rappresentanti. Ciò nonostante i Senatori statunitensi hanno finalmente dimostrato, con questo voto, che la vita degli yemeniti viene prima del profitto e degli affari.
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L’Arabia Saudita, senza dimenticare i suoi alleati e la presenza nell'alimentare il conflitto anche di altri soggetti a livello internazionale che usano lo Yemen come scacchiera per i propri scontri, risulta infatti essere tra i principali responsabili di una guerra mostruosa e devastante. Se si pensa che solamente tre anni fa nessun senatore Usa si oppose alla vendita di bombe all’Arabia Saudita destinate al gravissimo conflitto in Yemen, il voto di ieri è un risultato che potrebbe dare la svolta decisiva alle sorti del conflitto.
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"Sono maturi i tempi affinché pure l’Italia e i suoi rappresentanti politici agiscano con coraggio e responsabilità - continua il comunicato - per fermare anche i coinvolgimenti del nostro Paese nel conflitto (come già richiesto numerose volte in Risoluzioni del Parlamento Europeo). Per le nostre organizzazioni i due importanti accadimenti di ieri devono diventare stimolo e spinta decisivi per il Governo ed il Parlamento italiano affinché vengano intrapresi passi decisivi nel porre fine alle esportazioni di armi italiane verso il conflitto, a nostro parere illegali oltre che con impatto negativo".