Quarantotto ore dopo la strage di Strasburgo, Cherif Chekatt è stato rintracciato e ucciso dalla polizia a Strasburgo dove si nascondeva, non lontano da dove era stato visto l'ultima volta martedì notte. Il giovane 29enne, accusato di aver aperto il fuoco sulla folla ai mercatini di Natale martedì sera nella città della Francia orientale, era al centro di un'imponente caccia all'uomo che per due giorni ha visto impegnati oltre 700 membri delle forze di sicurezza. Il procuratore di Parigi, Remy Heitz, è in viaggio per Strasburgo per "confermare l'identità del sospetto".
È stato Chekatt ad aprire il fuoco per primo: a individuarlo una volante con tre agenti a bordo che, passando per rue Lazaret, hanno visto un individuo che corrispondeva alla sua descrizione uscire da un edificio. Gli agenti sono tornati indietro ed è in quel momento che l'attentatore ha sparato e i poliziotti hanno reagito, colpendolo a morte. Nessun membro delle forze dell'ordine è rimasto ferito. Chekatt era stato segnalato già nel pomeriggio da una donna, riferisce Le Figaro . L'Isis ha definito l'uomo un proprio soldato, secondo quanto riferisce Site.
Il quartiere già nel pomeriggio era stato teatro di un'imponente operazione di polizia: qui era dove il giovane radicalizzato aveva fatto perdere le sue tracce martedì sera dopo avere preso un taxi. Altre due operazioni si erano svolte a la Meinau, lì vicino, ed era stata fermata una quinta persona, dopo i familiari di Chekatt: sarebbe l'amico che lo ospitò alla vigilia dell'attentato.
Riaprono i mercatini di Natale
Il ministro dell'Interno, Cristophe Castaner, si è congratulato con la polizia per il risultato. Poco prima, durante una conferenza stampa a Strasburgo, ha annunciato la riapertura dei mercatini di natale a Strasburgo venerdì per non "cedere alla paura e all'oscurantismo". Sarà messo in campo un "dispositivo di sicurezza adattato", ha assicurato, specificando che "i punti di accesso saranno ridotti". Quanto alle vittime dell'attentato, il ministro ha riferito che tre persone sono morte, tre sono i feriti tra la vita e la morte, mentre altri tre sono stati dimessi dall'ospedale in giornata.
Megalizzi in condizioni disperate
Intanto, nell'ospedale accademico di Hautepierre, Antonio Megalizzi, il giornalista radiofonico di 28 anni rimasto ferito nell'attentato versa in condizioni disperate nel reparto rianimazione. Antonio resta in coma. Il proiettile che lo ha raggiunto, è andato a conficcarsi nella parte posteriore del cranio tra nuca e spina dorsale e non consente l'intervento chirurgico. All'ospedale ci sono i genitori del giovane cronista, papà Domenico, dipendente delle Ferrovie dello Stato, mamma Annamaria, catechista della parrocchia Cristo Re di Trento dove ieri sera è stata celebrata una veglia, la sorella Federica, la fidanzata Luana Moresco e i genitori di quest'ultima che hanno raggiunto Strasburgo nel tardo pomeriggio di ieri.
Un attentatore dal "profilo ibrido"
Rimangono gli interrogativi sul perché nonostante la sua pesante storia di delinquenza alle spalle (condannato per 27 reati, ricercato per rapina e tentato omicidio), nonostante fosse segnalato con la "S" di pericolo pubblico perché radicalizzato, Chekatt sia stato in grado di armarsi e colpire nel centro di Strasburgo, a pochi passi dal Parlamento europeo.
Chekatt era stato detenuto in Germania per poco più di un anno prima di essere espulso in Francia. E durante un suo soggiorno in un carcere francese, tra il 2013 e il 2015, era stato segnalato alla Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi) per la radicalizzazione della sua pratica religiosa e il suo proselitismo. Per questo, dopo la scarcerazione, Cherif veniva seguito "in modo piuttosto attento", come ha riferito il vice ministro dell'Interno, Laurent Nunez, precisando che "l'uomo incitava alla pratica della religione in una forma radicale, ma nulla - ha aggiunto - permetteva di rilevare un passaggio all'azione nella vita quotidiana". Così per la polizia e i servizi di sicurezza francesi, Cherif era stato classificato come "profilo ibrido".