“Meno del 10% delle specie animali sulla Terra è stato scoperto”. A dirlo è Shannon Bennett, a capo dell’Accademia delle Scienze della California a San Francisco. Una dichiarazione che mette curiosità e che sembra cozzare con un altro dato tanto importante quanto allarmante: secondo il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, ogni giorno circa 150-200 specie di piante, insetti, uccelli e mammiferi si estinguerebbero, un evento così disastroso che i biologi lo paragonano all’estinzione dei dinosauri di 65 milioni di anni fa.
Le nuove specie scoperte nel 2018, elencate da Quartz, sono animali spettacolari, tanto dal punto di vista visivo, come la salamandra leopardata, scoperta in Florida e oggetto di mitologici avvistamenti per anni, quanto da quello delle caratteristiche biologiche, come i Flat Spiders, ragni con il perno più veloce del mondo, capaci di cambiare direzione in un ottavo di secondo, cosa che permetterebbe loro di catturare le prede senza l’aiuto delle ragnatele. Dopo 80 anni è stata scoperta anche una nuova specie di coccodrilli, i Mecistops leptorhynchus, detti anche “coccodrilli dal muso snello dell'Africa centrale”, ma di esemplari ne sarebbero rimasti ben pochi. Altra scoperta del mondo subacqueo sono gli Squalus clarkae, scambiati da anni per pesci gatto e che ora sono stati rinominati “Clark” in onore della biologa marina Eugenie Clark, detta anche “Shark Lady”, la più importante studiosa di squali della storia, morta di tumore nel 2015.
Denominazioni all'asta per proteggere l'habitat
Importanti scoperte anche per quanto riguarda la fauna sottomarina, nel bel mezzo di una violenta crisi di calore delle acque che sta smantellando la Grande Barriera Corallina, gli scienziati hanno distinto nel mare di Panama il Thesea dalioi, un nuovo splendido corallo rosso. E anche più grave la situazione in superficie; ci sono voluti infatti circa 70 anni per classificare la specie di un albero recuperato in Camerun nel 1951, si chiama Vepris bali, peccato che nel frattempo quella zona sia stata disboscata e nel frattempo l’albero in questione potrebbe già risultare estinto.
In questo nuovo processo di scoperte molto interessanti invece risultano le modalità di denominazione delle nuove specie. Solitamente il nome viene associato al biologo che le porta alla luce ma alla no profit Rainforest Trust è venuto in mente di sfruttare (a fin di bene) la situazione e mettere all’asta i diritti di denominazione di nuove specie scoperte in Sud America. Al momento a disposizione, tra le altre, quattro specie di orchidee, quattro specie di rana e un anfibio senza gambe. I soldi raccolti serviranno proprio a proteggere l’habitat dell’animale cui nome verrà scelto dall’acquirente.