Il maresciallo libico, Khalifa Haftar, sembra essersi candidato a ruolo di interlocutore primario dell'Italia per risolvere la crisi libica. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo ha ricevuto a Palazzo Chigi, dove per novanta minuti hanno discusso non solo del sostegno alla missione dell'Onu in Libia ma anche - riferiscono fonti vicine al maresciallo - del futuro delle forze armate libiche e della presenza diplomatica italiana a Tripoli.
Da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che al centro dei colloqui ci sono stati gli sviluppi della Conferenza di Palermo e il sostegno al lavoro del rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, nell’ambito del processo di stabilizzazione del Paese.
Tutte le forze armate della Libia
Da Bengasi però alcune fonti del comando militare sostengono che il maresciallo della Cirenaica si è recato a Roma con l'obiettivo preciso di ottenere l'appoggio per ottenere la guida delle nuove forze armate del Paese: dal Cairo, dove sono in corso i colloqui per l'unificazione dell'esercito, Haftar punta a diventare capo delle forze armate che si costituiranno. Punto su cui il Governo di accordo nazionale, guidata da Fayez al Serraj, non si è mai voluto piegare, temendo un eccessivo rafforzamento dell'uomo forte dell'est.
L'altro tema in agenda dei contatti tra il maresciallo e l'Italia, è la presenza diplomatica italiana a Tripoli dopo l'allontanamento dell'ambasciatore Giuseppe Perrone, costretto a lasciare la capitale per alcune incomprensioni anche con le fazioni sostenute da Haftar: il maresciallo potrebbe aver di nuovo cambiato idea e ritirare il veto imposto in passato su Perrone; e in tal modo scongiurerebbe la nomina di Giuseppe Buccino, già ambasciatore a Tripoli nel post primavera araba e che non ha mai visto di buon occhio Haftar.
A febbraio il referendum costituzionale
Nel frattempo, da Tripoli, l'Alta commissione elettorale libica si dice pronta a organizzare il referendum sulla nuova Costituzione entro il mese di febbraio, chiedendo però al governo i fondi necessari stimati in 25,3 milioni di euro. Il portavoce di Haftar, Ahmed al Mismari, ha rinnovato l'appoggio alle elezioni legislative e presidenziali che l'Onu punta a tenere nella primavera dell'anno prossimo.