"Sono io, in carne e ossa, ve lo assicuro, presto festeggerò il mio 76mo compleanno e sarò ancora forte". A parlare è il presidente nigeriano, Muhammadu Buahri, che davanti a una platea ha dovuto ribadire di essere vivo e vegeto e non un sosia, come voci sempre più insistenti sostengono. In vista delle elezioni di febbraio, alle quali Buhari cerca la rielezione, circola sui social media la teoria che il presidente sia stato sostituito da una controfigura sudanese di nome Jubril.
One of the questions that came up today in my meeting with Nigerians in Poland was on the issue of whether I‘ve been cloned or not. The ignorant rumours are not surprising — when I was away on medical vacation last year a lot of people hoped I was dead. pic.twitter.com/SHTngq6LJU
— Muhammadu Buhari (@MBuhari) 2 dicembre 2018
A scatenare la diceria, il fatto che l'anno scorso il capo di Stato abbia passato 5 mesi in Gran Bretagna per farsi curare una non meglio precisata malattia. "Molte persone sperano che io sia morto a causa della mia malattia. Alcune si sono addirittura rivolte al vice presidente proponendosi come vice perché ritenevano che fossi deceduto. Questo lo ha imbarazzato molto e ovviamente mi ha visitato quando ero convalescente a Londra", ha raccontato Buhari, definendo chi ha messo in giro le voci "ignorante e profano". Il discorso, pronunciato in Polonia dove è in visita - racconta il Guardian - è stato diffuso dalla presidenza nigeriana con il titolo "Sono io davvero, presidente Buhari risponde alle accuse sul clone".
Non la pensa allo stesso modo il suo rivale alle presidenziali Atiku Abubakar, leader del Partito Democratico del Popolo. "L'aspetto è identico, ma l'avete sentito parlare? La voce è completamente un'altra". La controreplica - secondo quanto riportato dal Giornale - è arrivata dal capo di gabinetto di Buhari che ha rivelato come il presidente sia "disposto a sottoporsi anche alla prova del Dna se necessario". Le voci sulla morte di Buahri hanno iniziato a circolare alla fine dello scorso anno e sono state condivise su Facebook e Twitter da oltre 500mila persone. Il mese scorso uno dei principali quotidiani nigeriani ha pubblicato un articolo dal titolo "certe voci non se vanno proprio", finendo così per alimentare i sospetti.