Facebook ammette di aver assoldato la società di ricerca e consulenza Definers Public Affairs per indagare sull'88enne miliardario George Soros.
"Nel 2018, l'investitore e filantropo George Soros ha attaccato Facebook durante un discorso a Davos, definendoci una minaccia per la società. Non avevamo mai sentito prima da lui simili critiche e volevamo capire se aveva motivazioni finanziarie. Definers ha indagato su questo usando informazioni pubbliche", scrive Facebook in un comunicato pubblicato sul suo blog.
E' stato il New York Times a rivelare che Facebook aveva "impiegato una società di analisi di orientamento repubblicano, la Definers per screditare gli attivisti critici, in parte collegandoli al finanziere George Soros".
Dalle indagini della Definers, indica il social network, è emerso che Soros finanziava alcune coalizioni di attivisti critici nei confronti di Facebook. "Hanno preparato dei documenti e li hanno distribuiti alla stampa per mostrare che non si trattava di un movimento di protesta spontaneo", si insiste nella nota.
Dopo le rivelazioni del Nyt, sia l'amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, e sia la direttrice finanziaria, Sheryl Sandberg, avevano preso le distanze dalla Definers dicendo di non saperne nulla. La responsabilità se la è assunta il capo della comunicazione uscente Elliot Schrage.
La Definers ha fatto circolare anche documenti che dipingevano Soros come il fondatore del movimento "Libertà da Facebook".