Sconfitta amara per il 46enne Beto O'Rourke: l'astro nascente dei Democratici in Texas, sul quale si era caricato l'entusiasmo (e i finanziamenti, 70 milioni di dollari), è stato battuto nella corsa per un seggio al Senato dall'ultraconservatore Ted Cruz. Ma quello che per molti è un insuccesso - in ogni caso di misura, 48% a 51% - è visto da alcuni come un trampolino di lancio per la Casa Bianca: la giovane speranza di oggi potrebbe essere la carta vincente del partito dell'asinello alle prossime elezioni presidenziali nel 2020. Considerata la lista molto lunga di democratici che potrebbero correre per la Casa Bianca nel 2020, probabilmente anche O' Rourke sarà tentato, ipotizzano diversi media americani.
Correrà nel 2020 o no?
Una prospettiva che lui al momento nega: alla vigilia delle elezioni di midterm ha assicurato che in caso di conquista di un seggio al Senato avrebbe mantenuto l'incarico per sei anni, ignorando le molte voci che già lo volevano lanciato verso la candidatura democratica. "Non voglio farlo e non lo farò", ha risposto chiaro e tondo domenica di fronte alla possibilità di correre nel 2020, spiegando di non voler sottoporre la famiglia a un ulteriore stress. "Amy ed io stiamo crescendo tre figli di 11, 10 e 7 anni, e abbiamo passato la maggior parte degli ultimi due anni senza vederci, perdendo compleanni, anniversari e tempo insieme. La nostra famiglia non potrebbe sopravvivere di più, abbiamo bisogno di stare insieme". Beto ha escluso "completamente" l'opzione Casa Bianca, sottolineando che, a prescindere dall'esito della corsa per il Senato, non si sarebbe lanciato in una campagna presidenziale.
Ma a lasciare aperto uno spiraglio sono state le sue parole di stanotte: nel discorso tenuto nella sua El Paso con il quale ha riconosciuto la sconfitta contro Cruz, un appassionato Beto, con la voce rotta e un forte trasporto, ha ringraziato tutti i suoi sostenitori, assicurando di "non avere niente di cui scusarsi". "La sconfitta di stasera non fa diminuire i sentimenti che provo verso il Texas e il Paese. Sono maledettamente fiero di voi", ha aggiunto. Per poi lanciarsi in un panegirico in stile 'presidenziale' in cui ha esortato a mettere da parte le divisioni, in un momento in cui "il Paese è polarizzato come non mai", e a lavorare insieme. "Non vogliamo essere contro nessuno. Non definiremo noi stessi rispetto a chi o di cosa abbiamo paura". E ha concluso, "ci rivedremo lungo la strada".
I paragoni con Obama e Bob Kennedy
Nonostante lo chiamino "Beto", Robert Francis O'Rourke non ha alcuna origine ispanica, bensì irlandese. Giovane, sportivo, ama la musica e va sullo skate. La sua arte oratoria appassionata ricorda quella dell'ex presidente Barack Obama, il background irlandese, le idee e un passato atipico per un politico, fanno ritornare la memoria a un altro grande nome, quello di Bob Kennedy. Sconosciuto ai più fino a pochi mesi fa, l'esponente democratico nell'ultimo anno si è ritagliato un palcoscenico nazionale, e internazionale anche per la sua personalità e per il tipo di campagna elettorale che ha intrapreso. O'Rourke fin da piccolo si fa chiamare "Beto", un nomignolo comune tra la comunità ispanica, estremamente rappresentata a El Paso. Ted Cruz lo ha accusato di aver cambiato il nome per conquistare appunto l'elettorato ispanico, ma è stato provato che quello fosse diventato il suo nome fin dalle elementari. Beto non ha iniziato subito con la politica, nonostante avesse in casa l'esempio del padre Pat, giudice di contea, democratico da sempre, prima di provare ad arrivare, senza successo, al Congresso tra le file del partito repubblicano (la madre invece lavorava in un negozio di mobili).
Un passato turbolento
Il passato di Beto è affascinante e turbolento. Vivacità che sfoga da giovane con la passione per lo skateboard e per la musica. Bassista, ha fatto parte della rock band 'Foss', composta da altri artisti che poi nel tempo sono diventati professionisti. Ha una laurea alla Columbia University, dove ha preso la specializzazione in letteratura inglese. Nei suoi record O'Rourke vanta anche due arresti, una per furto nel 1995, accusato di esser entrato, saltando una staccionata, all'interno di una proprietà privata dell'Università del Texas (accuse che poi la polizia ha fatto cadere), l'altra nel 1998 per aver guidato in stato di ebbrezza; incidente di cui poi si è scusato più volte.
Dopo aver fondato una società con alcuni amici che si occupava di informatica, la Stanton Street Technology, Beto dal 2005 circa, inizia a occuparsi attivamente di politica. Prima al consiglio comunale di El Paso, riuscendo poi ad arrivare nel 2012 al Congresso dello Stato, alla camera dei Deputati, dopo aver sconfitto alle primarie il democratico Silvestre Reyes e poi alle elezioni la repubblicana Barbara Carrasco. L'anno scorso il grande salto, la candidatura al Senato in uno stato roccaforte dei repubblicani, per un seggio che i democratici non riescono a conquistare da trent'anni. Una campagna sul territorio che l'ha portato a fare comizi in tutte le 254 contee dello Stato e grazie a piccole donazioni arrivate da tutti gli Stati Uniti è riuscito a raccogliere molti più soldi del suo rivale. Cruz lo ha accusato di essere socialista, perché Beto crede in un sistema sanitario universale capace di coprire tutti gli americani, accusa la Casa Bianca di aver fatto un grande regalo ai miliardari con tagli ingenti alle loro tasse, sponsorizza una riforma dell'immigrazione e del sistema giudiziario. Beto ha spiegato di essere contro il muro che il presidente Donald Trump ha detto di voler costruire al confine con il Messico, ha criticato anche l'iniziativa di mandare la Guardia Nazionale lungo la frontiera, e difende il DACA, il programma voluto da Obama che protegge dalla deportazione gli immigrati illegali arrivati negli USA da bambini.
La posizione sulle armi
Sul tema delle armi, molto sensibile in Texas, O'Rourke è a favore dei 'background checks' e del divieto di vendita di fucili di assalto. In molti ricordano la simpatica iniziativa bipartisan che vide O'Rourke fare squadra con il deputato repubblicano Will Hurd, anche lui di El Paso. Dopo che i loro voli furono cancellati a causa di una tempesta di neve, i due presero in affitto una macchina e guidarono dal Texas a Washington, chiacchierando di politica e vita privata. Ovviamente in diretta su Facebook. Adora le tradizionali ciambelle americane e con il suo team di tanto in tanto gioca alla "Donut Roulette", la roulette in cui una persona può decidere che tipo di ciambella mangi il collega. Che la sua sconfitta non fosse scontata lo ha dimostrato la mobilitazione di Trump, che si è scomodato per sostenere il suo vecchio avversario con un comizio elettorale a Houston.