Scossone profondo in America Latina dove il Brasile, il Paese più grande, il candidato dell'estrema destra, Jair Bolsonaro, nostalgico della dittatura militare, ha sfiorato la vittoria al primo turno delle presidenziali ed è superfavorito nel ballottaggio del 28 ottobre con il socialista, Fernando Haddad, delfino dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Il 'Trump dei Tropici', come è stato definito Bolsonaro, ha mietuto il 46,05% e ha sostenuto che non precisati problemi con il voto elettronico lo hanno privato dell'elezione immediata.
In un Paese fortemente polarizzato per le sue posizioni controverse (la difesa della dittatura militare, le dichiarazioni sessiste e omofobe) Bolsonaro ha registrato un risultato che neanche i sondaggi per lui più ottimistici avevano previsto. I mercati hanno reagito con entusiasmo (la Borsa di San Paolo ha messo a segno un aumento di oltre il 6%) segno questo che il programma di Bolsonaro (privatizzazioni, deregolamentazione) viene guardato con molto interesse dagli investitori.
Haddad, candidato dal Partito dei Lavoratori (Pt) al posto dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva che non ha potuto presentarsi perché sta scontando in carcere una condanna per corruzione, è riuscito comunque a garantirsi il secondo turno con il 29,25% dei voti.
Forte l'astensione: secondo il Tribunale superiore elettorale, il 20,3% degli aventi diritto non si è recato alle urne, uno su cinque, il tasso più alto dalle elezioni del 2002. Il dato peggiore è stato registrato nello Stato centro-occidentale del Mato Grosso (24,55%).
Negli ultimi sondaggi, condotti però prima del fine-settimana elettorale, nel secondo turno entrambi i candidati si attestano al 45% delle preferenze. Cattolico, difensore dei valori tradizionali, accusato di misoginia, omofobia, antisemitismo, l'outsider della politica brasiliana è un personaggio incendiario che ha suscita accese antipatie. Ma Haddad, con i quasi 20 punti di svantaggio, ha davanti a sè un'impresa molto difficile anche se non impossibile. Da qui, la necessità che faccia appello a tutte le forze democratiche perché si uniscano.
Lo schieramento a favore di Bolsonaro
Intanto, la vittoria nelle elezioni regionali e legislative dei candidati che sostengono Bolsonaro ha completamente cambiato la mappa politica del gigante sudamericano. Mentre i partiti tradizionali come il Partito dei Lavoratori (Pt) e il Partito della socialdemocrazia Brasiliana (Psdb) hanno perso spazio, posizioni strategiche ed enclave importanti, forze poco espressive, trascinate dall'effetto Bolsonaro sono emerse come i nuovi attori politici.
Il Partito social-liberale (Psl) del candidato dell'estrema destra, una piccola formazione che nel 2014 aveva eletto solo un deputato, è emerso come la seconda forza più grande alla Camera, con 51 deputati (secondo le proiezioni ufficiali). Perde invece deputati il Pt, guidato dal carcere da Lula da Silva, che potrebbe passare dai 70 deputati eletti quattro anni fa a 57.
Eduardo Bolsonaro, figlio del candidato alla presidenza, è diventato il deputato più votato deputato nella storia del Brasile, con oltre 1,8 milioni di preferenze nello Stato di San Paolo, dove Joice Hasselmann, un'altra candidata del Psl, ha rastrellato più di un milione di voti.
Oltre al Psl, altre piccole formazioni e candidati alleati di Bolsonaro hanno ottenuto grandi affermazioni. Roberto Carlos Massa, noto come Ratinho Junior e candidato del Partito Socialdemocratico (Psd), è stato eletto governatore del Paranà, con il 60,13% dei voti, proprio grazie al sostegno dell'estrema destra. A Minas Gerais e Rio de Janeiro, il secondo e il terzo più grande collegio elettorale del Brasile, due neofiti della politica, entrambi candidati che avevano ricevuto la benedizione di Bolsonaro, sono stati i più votati e si contenderanno la poltrona di governatore al secondo turno.
Oltre al 34enne Eduardo Bolsonaro, anche il fratello 37enne Flavio è stato eletto al Congresso, vincendo facilmente uno dei posti di senatori vacanti a Rio de Janeiro, con più di 4 milioni di voti. Il terzo figlio di Bolsonaro, Carlos, che ha 35 anni, nel 2000 era stato il più giovane consigliere comunale eletto a Rio, ad appena 17 anni, un seggio che occupa ancora oggi. Del risultato dell'estrema destra brasiliana ha esultato anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che in un tweet ha sottolineato che "anche in Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova!".