Recep Tayyip Erdogan si autocelebra, al termine della sua tre giorni in Germania. "È stata una visita coronata dal successo e sono stati affrontati in modo sincero temi molto importanti. L'amicizia tra Germania e Turchia è ora ancora piu' profonda", ha detto il presidente turco durante il suo discorso per l'inaugurazione della grande moschea Ditib a Colonia, dove è giunto oggi pomeriggio dopo gli incontri con la cancelliera, Angela Merkel, e il presidente della Repubblica federale, Frank-Walter Steinmeier, venerdì a Berlino. Il presidente turco ha anche precisato, durante il discorso, che tra i temi discussi nella capitale ci sono stati anche "gli investimenti economici" ma anche di come sia possa "combattere in maniera efficace contro il razzismo e l'islamofobia".
L'inaugurazione della moschea Ditib, nel quartiere di Ehrenfeld, Erdogan l'ha definita "un momento di importanza storica", in quanto si tratta di "un'opera dell'orgoglio, che deve essere aperta a tutte le persone". Con questo edificio, ha aggiunto, la comunità turca ha dimostrato "di appartenere alla Germania". Nondimeno, non sono mancati accenti critici: Erdogan ha chiesto alle autorità tedesche "una lotta più decisa nei confronti del movimento di Fethullah Gulen", il predicatore dissidente accusato dal governo turco di essere stato l'ispiratore del tentato golpe del luglio 2016. "I sostenitori di Gulen non devono trovare rifugio nè in Europa nè negli Stati Uniti", ha aggiunto.
La controversa visita di Stato di Erdogan in Germania è stata in effetti scandita, oltre che da varie manifestazioni di protesta sia nella capitale tedesca che a Colonia, anche da critiche e tensioni a livello politico. La cancelliera, durante la conferenza stampa congiunta ieri a Berlino, ha voluto sottolineare che vi sono ancora "profonde differenze" con la Turchia per quel che riguarda "i diritti e la libertà di stampa", ma che vi sono anche "molte cose che ci uniscono" e che la strada maestra dei rapporti tra i due Paesi non può che essere "il dialogo".
Un banchetto d'onore teso
Anche al banchetto d'onore per Erdogan, ieri sera alla residenza presidenziale di Castello Bellevue, non erano mancati momenti di tensione, quando il presidente Frank-Walter Steinmeier, durante il suo discorso, ha fatto precisi riferimenti alla violazione dei diritti in Turchia e alle "forti pressioni" a cui è sottoposta la "società civile turca". Il capo dello Stato turco ha replicato, affermando che in Germania "sono presenti centinaia, migliaia di terroristi". Alla conferenza stampa con Merkel aveva anche insistito nel chiedere con forza l'estradizione del giornalista Can Dundar, sotto accusa nel suo Paese e in esilio da due anni in Germania: "È un agente che ha rivelato segreti di Stato", aveva detto il presidente. "Io non sono un agente, sono un giornalista ha poi ribattuto l'ex direttore del giornale turco Cumhuriyet - il motivo principale per cui ho deciso di non partecipare alla conferenza stampa con Merkel e Erdogan è che il presidente turco avrebbe usato la mia presenza come scusa per non presentarsi salvandosi dalle domande critiche dei giornalisti".
Rispunta il caso Oezil
Tra gli altri temi affrontati dal presidente durante il suo discorso alla moschea Ditib di Colonia, anche il caso di Mesul Oezil, il calciatore di origine turca finito nella bufera per una sua foto con Erdogan. Esclusivamente per quella scelta, "Oezil, che nato e cresciuto in Germania, e' stato escluso dalla societa' tedesca", ha detto il leader turco. "Un atteggiamento nei confronti del quale non ho nessuna comprensione". Al contrario, Erdogan prova "gratitudine" verso coloro che si erano schierati dalla parte del calciatore. "Come loro presidente solo con difficoltà ho potuto sopportare che questi giovani, che ce l'avevano fatta fino alla nazionale, erano stati esclusi".
Allargando il quadro, il presidente chiede "una migliore integrazione dei turchi" in Germania. "Noi abbiamo sostenuto l'integrazione e continueremo a farlo. È qui che vediamo il futuro dei nostri fratelli", ha specificato, aggiungendo però che contro il razzismo "bisogna fare fronte comune". In seguito alle veementi polemiche che l'avevano investito, il 22 luglio Mesut Oezil si era dimesso dalla Nazionale tedesca, denunciando una diffusa forma di "razzismo" nei confronti dei cittadini tedeschi di origini turca.