“La Repubblica è fatta di lotte impossibili, ma ogni volta le abbiamo raccolte. In una sola generazione possiamo sradicare la grande povertà nel nostro Paese. È un’ambizione estrema che ci dobbiamo assumere con molta umiltà, tirando le somme dei nostri errori, io per primo. Non lo avrei detto qualche mese fa. Ma se non è la Francia a portare avanti questa lotta, nessuno lo farà. Quindi la porteremo avanti”. Questo lo stralcio del discorso del presidente Emmanuel Macron che meglio riassume la posta in gioco, per il suo governo e ancora di più per se stesso, nel piano povertà presentato a Parigi.
Un programma ambizioso, atteso da mesi, messo a punto dal ministero della Sanità e della Solidarietà sociale, con in dotazione un budget di 8 miliardi su 4 anni. Infanzia, occupazione, sussidi sociali e alloggio sono i punti centrali del piano che si focalizza su bambini e adolescenti.
Nove milioni di francesi sotto la soglia di povertà
Dai dati ufficiali sulla povertà è emerso che in Francia 9 milioni di persone, il 14% della popolazione, vivono sotto la soglia di povertà, di cui 3 milioni di minori – un bambino su cinque – per lo più in famiglie monoparentali. Ad illustrarlo é stato Macron in persona, proprio il 17 ottobre, Giornata mondiale del rifiuto della miseria, e nella cornice alquanto simbolica del Museo dell’Uomo.
In un contesto di difficoltà politica su più fronti – caso Benalla, dimissioni di due ministri, dati macroeconomici non proprio positivi – e di netto calo della popolarità, al 29%, livello più basso dal suo insediamento, Macron gioca la carta del sociale per dimostrare di non essere il presidente dei ricchi.
È come uccidere Mozart da piccolo
È ai bambini e ai poveri che Macron ha fatto più volte riferimento nel suo discorso, citando persino ‘Terre des hommes’ di Antoine de Saint-Exupéry, deplorando “l’insopportabile ingiustizia e lo spreco” che “non consente ad ogni bambino di diventare quello che potrebbe essere, è come uccidere Mozart”. Abbattere pregiudizi, barriere sociali e povertà ereditaria che determinano il futuro di un bambino, sin dalla nascita e durante la piccola infanzia, fascia di età cruciale sulla quale il governo intende incidere.
“In media ci vogliono 180 anni a un bambino povero prima che i discendenti dei suoi discendenti abbiano accesso alla classe media. Quindi il piano povertà non riguarda solo alcuni di noi: riguarda l’intera nazione e solo con la mobilitazione di tutti potrà avere successo” ha insistito il presidente francese, cercando di ricompattare i ranghi per fare fronte alle sfide socio-economiche del Paese.
Si punta sulla scuola
Scuola obbligatoria a 3 anni, accesso facilitato al nido pubblico, aumento degli aiuti del 30% per le famiglie monoparentali e più bisognose, raddoppio delle classi materne e delle elementari nelle zone di educazione prioritaria, sono alcuni degli interventi previsti per la fascia di età della prima infanzia.
Il ministro Agnès Buzyn ha confermato la creazione di 30 mila posti nei nidi, un piano di formazione per 600 mila operatori dell’infanzia e un programma specifico di apprendimento della lingua francese. Colazione offerta dal governo nelle scuole primarie ai bambini delle fasce sociali meno abbienti mentre il tariffario della mensa scolastica verrà rimodulato in funzione del reddito familiare.
Aiuti all’inserimento nella società
Il secondo orientamento del piano povertà prevede di accompagnare i giovani dopo i 18 anni e i beneficiari del reddito di cittadinanza attiva (RSA) nel periodo di ricerca di un lavoro con la proroga degli aiuti sociali fino a 21 anni, un sostegno nella ricerca di un alloggio e di una formazione, fornito al livello regionale.
La scuola sarà obbligatoria fino a 18 anni, invece di 16, e massima attenzione sarà rivolta agli studenti che escono del sistema scolastico senza un diploma in tasca. In 500 mila avranno accesso al programma 'garanzia giovani' – contro 100 mila sotto Hollande – per formare e trovare un posto di lavoro a quanti hanno tra 18 e 25 anni. Inoltre il governo punta alla creazione di 100 mila ulteriori posti per chi si inserisce nel mondo del lavoro e al potenziamento degli strumenti a disposizione per facilitare il reinserimento dei disoccupati.
Più digitale nella pubblica amministrazione
Infine verrà semplificato il sistema degli aiuti sociali, anche per facilitare le procedure burocratiche da parte dei cittadini, potenziando la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Accantonata per ora la possibilità di versare un sussidio cumulativo e unico ai francesi, ma il piano stabilisce già la fusione tra la copertura sanitaria universale – per le persone con redditi inferiori a 700 euro – e un altro tipo di aiuto (complemento salute, Acs) per quelle che ne percepiscono meno di 900. In tutto un piano sintetizzato come il "reddito universale" che costerà svariati miliardi.
Ma i francesi restano scettici
Massima vigilanza da parte di associazioni della società civile e ong in prima linea nell’assistenza sociale agli ultimi. “Piani sulla povertà ce ne sono già stati molti. La differenza è che questo qui è stato molto mediatizzato. Aspettiamo prima di pronunciarci” ha commentato Julien Lauprêtre del noto ‘Secours Populaire’.
Un sondaggio realizzato dall’istituto Elabe per ‘BFMTV’ rivela oggi che il 79% dei francesi è “scettico” sulla politica sociale di Macron e tre cittadini su quattro dubitano della sua capacità di lottare contro la povertà.
Intanto, nell’immediato, è ancora il caso Benalla ad occupare i pensieri di Macron. Incongruenze, contraddizioni e zone d’ombra sulle funzioni assunte all’Eliseo e sulla sfera di influenza del giovane di origini nordafricane: è quanto emerge dalle tre audizioni svolte dalla Commissione Giustizia del Senato che vuole fare luce sulla particolare carriera della guardia del corpo del Presidente. Nel corso dei lavori gli uomini vicini all’Eliseo chiamati a deporre non sono riusciti a fugare i dubbi e i sospetti sull’ambiguità del personaggio e delle modalità di impiego da parte del Presidente.