I socialdemocratici ai minimi storici ma restano il primo partito, l'estrema destra avanza ma non sfonda, crescono i piccoli partiti: è questo il quadro che emerge dalle elezioni in Svezia. Il partito del premier Stefan Lofven avrebbe ottenuto tra il 25,4% e il 26,2%, il peggiore dato dal 1908 con oltre 5 punti in meno sul 2014. L'estrema destra sovranista, anti-immigrati ed euroscettica degli Svedesi democratici di Jimmie Akesson avanza ma non sfonda il muro del 20% mentre guadagnano consensi gli ex comunisti di Sinistra che arriverebbero al 9-9,8%, quasi raddoppiando i loro voti.
Dati di scrutinio (4964/6004 sez) #Svezia
— YouTrend (@you_trend) 9 settembre 2018
Socialdemocratici 28,2%
Moderati 19,7%
Democratici Svedesi 17,7%
Centristi 8,6%
Sinistra 8,0%
Cristiano-democratici 6,4%
Liberali 5,5%
Verdi 4,4%#val2018#maratonaYouTrend
Avanzano anche anche il partito di centrodestra, Centro, e i cristiano-democratici.
Elezioni che lasciano una grande incertezza politica
Di certo queste elezioni lasciano in una grande incertezza il Paese scandinavo che proprio i socialdemocratici hanno forgiato in un simbolo di accoglienza e generoso welfare. A livello di coalizione, il partito di governo e i suoi due alleati, Verdi e Sinistra, sarebbero attorno al 39,4% contro il 39,4%, della coalizione di centro-destra guidata dai Moderati. Insomma, non c'è una maggioranza, e quindi o si arriva a un governissimo dei filo-europei o qualcuno dovrà dialogare con la destra radicale malgrado la 'conventio ad excludendum' professata alla vigilia del voto.
Stando ai primi risultati diffusi delle emittenti Tv4 e Svt, come secondo partito dietro ai socialdemocratici è testa a testa tra l'estrema destra dei Democratici svedesi di Akesson, data tra il 16,3 e il 19,2%, e i Moderati (conservatori) dati da un sondaggio al 17,8% e dall'altro al 18,4%. Per la formazione sovranista di Akesson, Sverigedemokraterna, sarebbe un balzo in avanti rispetto al 13% del 2014 ma meno ampio di quello che facevano pensare i sondaggi che la davano in alcuni casi al 25%.
Cruciale il tema dell'immigrazione
La tensione della campagna elettorale, giocata sull'immigrazione dopo l'ondata dei 400.000 profughi accolti dal 2012, ha continuato ad aleggiare sul voto con i blitz in diversi seggi compiuti da militanti neo-nazisti che hanno intimidito e aggredito elettori e giornalisti, scattando fotografie.
Il 38% degli svedesi ha deciso solo all'ultimo per chi votare, sempre stando agli exit poll e addirittura il 41% ha detto di aver cambiato partito dalle ultime elezioni nel 2014. E in molti hanno voltato le spalle ai socialdemocratici perchè, malgrado una crescita economica stabile e un tasso di disoccupazione sotto al 6%, la questione dei migranti, della criminalità e dell'insicurezza percepita dagli svedesi ha pesato e non poco.