Facciamo un passo indietro. Poco più di due anni fa, Colin Kaepernick iniziò una protesta silenziosa che cambiò la sua vita e quella di altri sportivi americani. L’allora quarterback dei San Francisco 49ers, una delle più importanti squadre della lega di football d’America, era rimasto seduto durante l’esecuzione dell’inno americano prima di una partita casalinga contro i Green Bay Packers. Un gesto, raccontò, contro un paese “che opprime i neri e le minoranze etniche”.
Un gesto contro le politiche di Trump e della nuova amministrazione della Casa Bianca, contro il razzismo e la brutalità della polizia. Anche il TIME decise di premiare un gesto così rivoluzionario inserendo Kaepernick tra i 10 finalisti per la nomina a “Person of the Year” per il 2017. Un anno difficile per il trentenne di Milwaukee che, improvvisamente, si era ritrovato senza più una squadra e con le minacce del presidente di Trump che invocava squalifiche e sospensioni contro tutti quelli che avessero mostrato solidarietà nei suoi confronti.
If NFL fans refuse to go to games until players stop disrespecting our Flag & Country, you will see change take place fast. Fire or suspend!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 24 settembre 2017
Il sostegno e la scelta della Nike
La Nike ha preso una forte posizione politica, contraddicendo una pratica comune tra i grandi brand, scegliendo Colin Kaepernick per la sua nuova campagna, a quattro giorni dall’inizio della nuova stagione NFL. E non si tratta di un evento piccolo o banale ma di un anniversario importante e molto sentito dai consumatori più affezionati: il trentennale dello slogan storico “Just Do It”.
La nuova campagna mostra un ritratto di Kaepernick accompagnato da una citazione che dice: "Credi in qualcosa, anche se significa sacrificare tutto". Lo stesso giocatore ha postato la pubblicità con il suo volto in bianco e nero sul suo profilo Twitter.
Believe in something, even if it means sacrificing everything. #JustDoIt pic.twitter.com/SRWkMIDdaO
— Colin Kaepernick (@Kaepernick7) 3 settembre 2018
Per Gino Fisanotti, vice presidente del brand per il Nord America, Kaepernick è l’ambasciatore perfetto per raccontare come lo sport possa, con un semplice gesto, provare a cambiare il futuro: "Crediamo che Colin sia uno degli atleti della sua generazione di maggiore ispirazione e che ha fatto leva sul potere dello sport per aiutare il mondo ad andare avanti”. Tra i volti della nuova campagna Nike compaiono anche altre star dello sport come i giocatori di football Odell Beckham Jr e Shaquem Griffin e la tennista Serena Williams.
Especially proud to be a part of the Nike family today. #justdoit pic.twitter.com/GAZtkAIwbk
— Serena Williams (@serenawilliams) 4 settembre 2018
La controreazione social
Non tutti hanno digerito la presa di posizione della Nike. Se c’è chi ha applaudito per una scelta coraggiosa e controcorrente c’è chi ha messo in piedi una campagna per boicottare l’azienda americana attraverso hashtag come #BoycottNike, #JustDontDoIt e #NoNike.
A volte proponendo testimonial alternativi e più patriottici.
Here you go, @Nike. Someone fixed it for you. #JustDoIt #ColinKaepernick #Kaepernick #BoycottNike pic.twitter.com/q9T6nrZ2mZ
— The Great Big Mouth (@KiloDeltaCharli) 4 settembre 2018
O minacciando di buttare via scarpe e altri prodotti...
When you find out #nike is supporting #ColinKaepernick #BoycottNike pic.twitter.com/EQRGcPoaFr
— Kolten Conrad (@conrad_kolten) 4 settembre 2018
E nei casi peggiori arrivando persino a bruciarli. Una vera follia.
#Nike Due to your support of C.K. in your coming #adds, I as an American can no longer #support your company. #boycottNike #IStandForOurFlag pic.twitter.com/v4dFIOQEfV#Q #QAnon #QAnon2018 @NFL#ColinKaepernick #JustDontDoIt#TakeAKnee #StandForTheFlag @Nike
— Bill D ❌ (@zeusFanHouse) 4 settembre 2018
Tutti, ora, restano in attesa di quello che potrà dire o twittare Trump. Attaccherà una delle più importanti e storiche aziende americane?