Mike Pompeo è pronto a tornare a Pyongyang per incontrare Kim Jong-un. Il segretario di Stato Usa si è recato in Corea del Nord già due volte. L’ultima – lo scorso luglio – non è andata benissimo: il presidente nordcoreano gli ha negato udienza. Donald Trump – mentre usa con l’Iran la strategia delle sanzioni già sperimentata con Pyongyang - prosegue i negoziati per la denuclearizzatone, un punto rimasto ambiguo dopo lo storico summit di Singapore tra i due leader: Washington lo intende come lo smantellamento del programma nucleare, Pyongyang come la denuclearizzazione dell’intera penisola coreana.
A sfogarsi è John Bolton in un'intervista a Fox News. Il Consigliere per la Sicurezza nazionale accusa la Corea del Nord di non aver compiuto progressi adeguati nel porre fine al suo programma nucleare. Ad avvalorare la tesi di Bolton, un rapporto riservato delle Nazioni Unite secondo cui Pyongyang continua a sviluppare programmi nucleare e missilistici. Non solo. La stampa americana, a fine giugno, citando fonti di intelligence, denunciava che Pyongyang aveva continuato l'arricchimento dell'uranio dopo il vertice di Singapore, e che starebbe cercando di nascondere gran parte del suo arsenale a Washington.
Una cosa è certa: i test per ora sono fermi. Il più autorevole dei gruppi di monitoraggio della Corea del Nord, 38 North, ha confermato la prosecuzione dei lavori di smantellamento dell’importante sito per i test balistici di Sohae (fino a oggi centro di eccellenza per lo studio dell’ingegneria spaziale), pur precisando che le operazioni effettuate sino a questo momento sono reversibili.
L’ambiguità sulla denuclearizzazione è la conseguenza della diplomazia all’inverso (“backward policy”): lo storico vertice andato in scena nella città-stato di Singapore è stato convocato senza che ci fosse stato un intenso lavoro di preparazione diplomatica. La denuclearizzazione non è mai stata negoziata.
Così, nel documento firmato il 12 giugno a Singapore – grande evento mediatico e spot elettorale per Trump - mancava il riferimento al “completo, verificabile e irreversibile” smantellamento dell’arsenale nucleare nordcoreano: punti sui cui gli americani hanno sempre insistito, scavando la divergenza con gli asiatici. Gli analisti avevano subito notato forti somiglianze con la dichiarazione congiunta del 1993 e la coerenza con la dichiarazione di Panmunjom.
“Ci hanno assicurato che si fermeranno con i test nucleare e missilistici, che chiuderanno il sito per i test nucleari, e che distruggeranno il sito di test motore missilistici”, aveva dichiarato Trump alla stampa. A fine maggio le immagini della demolizione del complesso di Punggye-ri - il già compromesso sito dei test nucleari – aveva fatto il giro del mondo.
Il presidente americano si è impegnato a offrire garanzie di sicurezza al regime (seppur senza specificare che tipo di concessioni); il leader nord-coreano ha riaffermato il suo impegno verso una completa denuclearizzazione della penisola coreana. Attenzione: Kim ha annunciato lo stop ai test missilistici e lo smantellamento del sito nucleare di Punggye-ri, ma non ha detto che abbandonerà il nucleare.
Nella dichiarazione mancava poi qualsiasi riferimento ai missili balistici (l’escalation delle tensioni erano seguite al test di un missile intercontinentale potenzialmente in grado di colpire l’America del Nord).
Il documento affidava la messa in pratica “il prima possibile” a successivi negoziati guidati dal segretario di Stato Mike Pompeo.
Tra gli osservatori più attenti degli affari nucleare c’è già chi pensa che quello di Singapore potrebbe essere ricordato presto come l’accordo peggiore siglato fino a oggi tra i due Paesi.
C’è poi da dire che la posizione della Corea del Nord risulta notevolmente rafforzata grazie alla dotazione nucleare. I due dirompenti leader che si contendono il palcoscenico mondiale - Trump e Kim – sono passati dagli insulti (“Little Rocket Man” e “The Dotard”, il “vecchio rimbambito”) ai sorrisi. Ma presto potrebbe non essere più così.
L’inizio dei lavori al sito di Sohae è stato salutato come un successo alla Casa Bianca, ma molti indizi – scrive il Foglio – portano a pensare che la Corea del nord abbia già pronto un piano B, nel caso in cui l’America non concedesse immediatamente quanto richiesto, ovvero: l’allentamento delle sanzioni internazionali e l’inizio dei colloqui per trasformare l’armistizio del 1953 in un trattato di Pace, con conseguenze anche sulla permanenza dei soldati americani nell’intera penisola e, in generale, nel Pacifico. L’annuncio della sospensione delle esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud era apparso fin da subito un successo incassato dalla Cina di Xi Jinping.
Il punto è che nessuno dei due leader si è impegnato pubblicamente perché il regime di Pyongyang fermi il suo programma. Un segnale incoraggiante avrebbe potuto essere la consegna da parte di Kim Jong-un di un inventario dell’arsenale nucleare della Corea del Nord.
Nei giorni scorsi la Casa Bianca ha dichiarato la sua intenzione di mantenere la pressione diplomatica ed economica sulla Corea del Nord. Mike Pompeo ha dichiarato al Congresso a luglio che la "totale e verificata denuclearizzazione" della penisola coreana deve essere completata prima del 2020, quando il primo mandato di Trump termina; Bolton aveva invece assicurato che il processo doveva concludersi in un anno.
Mentre la Casa Bianca "resta aperta a un altro incontro" e Trump annuncia con un tweet che rivedrà presto il leader nordcoreano, le attività proseguono a Pyongsong. Si tratta del centro scientifico e culturale dove hanno sede i centri di comando per la ricerca nucleare e per quella spaziale. Spesso considerato la Silicon Valley del paese, è qui che nel novembre dello scorso anno è stato realizzato il test del nuovo modello di missile balistico, Hwasong-15. “Sembra che stia continuando l’espansione dell’arsenale di missili balistici”, spiega Jeffrey Lewis sul suo blog Arms Control Wonk.
In una intervista al Daily NK, un funzionario della sicurezza nordcoreana ha spiegato che la Corea del Nord sa esattamente cosa vuole, e non è esattamente la pace nel mondo: “Il presidente Kim si è sbarazzato delle armi nucleari per liberarsi del regime sanzionatorio e migliorare la vita della gente, ma penso che tutti in Corea del Nord siano convinti che bisognerebbe sganciare una bomba atomica su New York”.