Il Comitato nazionale democratico (Democratic National Committee — DNC), l’organo di autogoverno dei democratici Usa, ha avvisato i candidati di partito che correranno alle elezioni di medio termine previste per novembre di non utilizzare apparecchi realizzati dai produttori cinesi ZTE e Huawei perché potrebbero costituire un rischio per la sicurezza. Così riporta Reuters, sulla base di alcune fonti di area democratica.
L’avviso del capo della sicurezza
In particolare, sarebbe lo stesso responsabile della sicurezza del Comitato nazionale democratico (DNC), Bob Lord, ad aver inviato una email ai candidati e al loro staff, dicendo di stare attenti ai dispositivi delle due aziende cinesi. In particolare, di prendere in considerazione il monito della stessa amministrazione Trump e dei legislatori americani, che hanno invitato le aziende Usa a non vendere prodotti Huawei o ZTE, perché potrebbero essere usati per spiare su americani. “Per favore, assicuratevi di non usare o comprare apparecchi ZTE o Huawei per lo staff, sia per uso personale che lavorativo”, ha scritto Lord, che in passato è stato CISO, cioè responsabile della sicurezza delle informazioni, per Yahoo e la società di cybersicurezza Rapid7.
Negli Stati Uniti, a livello istituzionale, i rapporti con l’industria tecnologica cinese erano già tesi da tempo. Mesi fa l’amministrazione Usa aveva impedito ad AT&T di concludere un accordo proprio con Huawei per vendere smartphone negli Stati Uniti. A marzo, il presidente della Commissione federale sulle comunicazioni (FCC), Ajit Pai, aveva riferito al Congresso di condividere le stesse preoccupazioni dei parlamentari americani sul rischio di spionaggio da parte di Huawei. Il timore sarebbe per la possibile presenza di backdoor, vie d’accesso nascoste, nei dispositivi, che un attaccante possa usare come porta per entrare in computer e reti. Del resto, il Dipartimento della Difesa ha già impedito la vendita di cellulari e altri dispositivi prodotti dalle due aziende cinesi nelle basi militari americane.
Gli attacchi ai democratici
Va ricordato che il Comitato nazionale democratico è lo stesso che è stato pesantemente hackerato nel 2016, durante la campagna presidenziale; così come sono stati colpiti vari suoi esponenti, a partire dal capo della campagna di Hillary Clinton, John Podesta. Per questa vicenda, pochi giorni fa, il super procuratore Robert Mueller ha incriminato 12 agenti dell’intelligence russa. Dalle carte americane emerge una campagna massiccia, metodica, e mirata contro numerosi esponenti politici e organizzazioni. Che però non ha avuto bisogno di presunte backdoor nei dispositivi, ma, più semplicemente, ha sfruttato tecniche banali come il phishing, l’invio di email finte per rubare le credenziali di qualcuno. E a onor del vero pare che Lord, insieme al nuovo direttore tecnico del Comitato nazionale democratico, Raffi Krikorian (ex-Uber), si siano molto impegnati su questo fronte, cercando di educare lo staff a riconoscere messaggi truffaldini; e utilizzando anche delle simulazioni di phishing, in cui i dipendenti ricevono mail finte inviate apposta per testare le loro reazioni.