La visita di Donald Trump in Gran Bretagna è entrata nel vivo con una sorta di doccia scozzese nei confronti di Theresa May: prima è arrivato il gelo con l'attacco del presidente Usa alla 'soft Brexit' e alla scarsa leadership della premier britannica, poi l'ormai consueta frenata con il calore nel bilaterale nella residenza di campagna di Chequers, in cui ha definito le relazioni con Londra "mai così forti" e "speciali al massimo". Il tutto mentre davanti a Westminster si radunavano decine di migliaia di contestatori che hanno liberato nel cielo un pupazzo gonfiabile con le sembianze di Trump nei panni di un bebè capriccioso.
L'ostilità che ha circondato questa visita era stata ricambiata da Trump in una poco diplomatica intervista al Sun, in cui ha attaccato la 'soft Brexit' pianificata dalla titolare di Downing Street perchè, a suo dire, mantenendo i legami commerciali con l'Ue, "ucciderà" futuri possibili accordi commerciali tra Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Poi aveva espresso il suo sostegno a Boris Johnson, ministro dimissionario proprio in polemica con la May sulla Brexit.
La marcia indietro in conferenza stampa
Di ben altro tono le dichiarazioni dopo l'incontro con la May, sotto un tiepido sole: "È una donna formidabile", ha detto il presidente Usa nella conferenza stampa congiunta a Chequers, bollando le critiche riferite dal Sun come "fake news". "Sosteniamo la decisione del popolo britannico" di lasciare l'Ue, "quello che vuole fare, per noi va bene, è una sua decisione, chiedo solo che l'accordo permetta a Stati Uniti e Gran Bretagna di firmare un patto indipendente di libero commercio", ha tenuto a puntualizzare Trump, cercando di gettare acqua sul fuoco. Dal canto suo, la premier ha ribadito che la sua Brexit rispetterà il mandato del referendum: "Usciremo dalla Ue, metteremo fine all'immigrazione incontrollata e potremo fare patti con chi vogliamo".
Il convitato di pietra è sempre Putin
La May ha dichiarato che i due Paesi hanno intenzione di "rafforzare la cooperazione" soprattutto sul piano della Difesa e del contrasto alla Russia, sottolineando l'importanza di coinvolgere Mosca "da una posizione di forza e unità", come anche di rispondere ai "tentativi di minare" le democrazie occidentali. E proprio la Russia è stato il convitato di pietra di questa conferenza stampa all'aperto, con molte delle domande dei giornalisti relative al futuro dei rapporti di Washington con Mosca e all'imminente primo bilaterale di Trump con il presidente russo Vladimir Putin. "Parto senza alte aspettative, ma potrebbero esserci grandi risultati", ha dichiarato Trump, assicurando la Nato, dopo il summit appena concluso a Bruxelles, è "piu' forte, unita e con più soldi".
"Avere buone relazioni con la Russia è importante, come anche con la Cina", ha aggiunto, ricordando comunque che con Putin ha sempre tenuto una linea "estremamente dura" e che ha intenzione di sollevare temi come "Ucraina, Siria, Medio Oriente e interferenze russe" nelle elezioni americane. Ma il dossier più importante sul tavolo dei colloqui di Helsinki, a detta del presidente Usa, sarà quello della non proliferazione. "Se raggiungeremo un accordo nel campo della non proliferazione, sarà eccezionale", ha dichiarato. Trump ha lasciato in elicottero Chequers per il tè con la regina Elisabetta a Windsor. In serata il trasferimento in Scozia per un fine settimana di relax e in preparazione all'atteso faccia a faccia con Putin, ultimo appuntamento del suo tour europeo.
Il gonfiabile di baby Trump domina la scena alla manifestazione
Alla visita blindata di Trump nelle residenze di campagna, fa da contraltare la grande protesta popolare organizzata nel centro di Londra, di cui il gonfiabile con il baby-presidente con pannolino e cellulare in mano è diventata l'emblema. Decine di migliaia di manifestanti, 100mila secondo gli organizzatori, hanno sfilato da Oxford Street a Trafalgar Square con cartelli come "American Psycho", "Non sei benvenuto qui" e "Questa è la festa della resistenza" e "A mia madre non piaci! E a lei piacciono tutti". A irritare Trump, che ne ha anche parlato nell'intervista, è stato il benevolo sostegno del sindaco di Londra, Sadiq Khan di origini pakistane, alla manifestazione.