Il Partito democratico (Sds) guidato dal 59enne ex premier Janez Jansa, è in vantaggio nelle elezioni politiche anticipate in Slovenia, secondo i primi exit poll diffusi subito dopo la chiusura dei seggi. Il partito conservatore, finora all'opposizione, ha puntato la campagna elettorale sulla lotta all'immigrazione. La crisi di governo che ha portato al voto era stata innescata dalla Corte suprema che ha invalidato il referendum sul progetto per il raddoppio della tratta ferroviaria Divaccia-Capodistria, portando alle dimissioni di Miro Cerar, dopo quattro anni di governo di centrosinistra.
E ora quale maggioranza?
Secondo un sondaggio dell'agenzia Mediana per la tv pubblica TVSlo, Sds avrebbe ottenuto il 24,4%, a fronte del 12,6% ottenuto dalla Lista civica di recente creazione guidata dall'ex comico e imitatore liberale Marian Sarec. Sempre secondo gli exit poll della tv pubblica, al terzo posto si attesterebbe con il 9,8% il Partito di centrosinistra del Centro Moderno del premier Miro Cerar, che nel 2014 raccolse invece il 35%. Il partito 'la Sinistra' sarebbe al 9,5% mentre il Partito socialdemocratico al 9,3%. Seguono i conservatori di Nuova Slovenia (NSi) al 6,6%. Questi ultimi si sono detti disponibili ad entrare in una coalizione di governo con l'Sds, ma il loro appoggio non sarebbe sufficiente per il raggiungimento della maggioranza in Parlamento.
Jansa, che aveva governato la piccola repubblica ex jugoslava dal 2004 al 2008, è accusato di aver impresso al partito una svolta anti-immigrati simile a quella del premier ungherese, Viktor Orban, che lo avrebbe anche aiutato a raccogliere fondi. Un milione e 700mila gli elettori chiamati alle urne per eleggere con il sistema proporzionale 90 deputati (fra cui due della minoranza italiana). Fra i temi della campagna elettorale anche le privatizzazioni delle compagnie statali, la riforma della sanità pubblica e l'aumento delle pensioni.