Dopo l’abbandono della politica del figlio unico nel 2015, la Cina ha allo studio l’ipotesi di eliminare completamente i limiti al numero di figli che una famiglia può avere.
Lo svela l’agenzia Bloomberg, che cita fonti a conoscenza di una ricerca commissionata dal Consiglio di Stato, il governo cinese, e che sarebbe stata presentata all’attenzione del primo ministro, Li Keqiang. Una decisione a riguardo è attesa per l’ultimo trimestre di quest’anno o nel 2019.
La politica del figlio unico venne istituita nel 1979 per limitare la crescita della popolazione, ma oggi la Cina si trova ad affrontare il problema opposto, quello di un numero di persone in età lavorativa che decresce, a fronte dell’invecchiamento della popolazione: entro il 2030, secondo stime ufficiali, circa un quarto della popolazione avrà almeno sessanta anni, contro solo il 13,3% alla fine del 2010.
L’ipotesi di eliminare le limitazioni ai figli che le coppie possono avere era già stata presa in considerazione da alcuni demografi, tra cui Yi Fuxian, della Unviersity of Wisconsin-Madison, anche se i più pessimisti ritengono che neppure la semplice abolizione della pianificazione familiare potrebbe portare a un reale incremento della nascite, a causa degli alti costi delle famiglie che vivono nelle città cinesi per mantenere più di un figlio.
Esperti della Guanghua School of Management della prestigiosa Università di Pechino interpellati dal magazine Caixin a gennaio scorso, avevano anche proposto incentivi e sgravi fiscali per incoraggiare le famiglie a ingrandirsi. Lo scorso anno, per la prima volta dalla fine della politica del figlio unico si è verificato un calo, seppure lieve, delle nascite rispetto all’anno precedente: i nuovi nati nel 2017 erano 17,23 milioni contro i 17,86 milioni del 2016, un numero comunque non soddisfacente per il governo cinese, che si aspettava cifre più alte dalla fine della politica del figlio unico, attorno ai venti milioni di nuovi nati.
Nel 2015, la decisione di abbandonare la politica del figlio unico, permettendo a tutte le coppie di avere un secondo figlio, già sottoposta a diversi allentamenti nel corso degli anni, era arrivata dall’assemblea plenaria del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, l’organo composto da circa quattrocento dirigenti.
La politica del figlio unico ha portato anche a forti squilibri tra uomini e donne in Cina, per la preferenza, soprattutto da parte delle famiglie residenti nelle aree rurali, ad avere un figlio maschio: alla fine del 2017, c’erano 32,66 milioni di uomini in più rispetto al numero di donne nel Paese.
Secondo stime cinesi, la politica del figlio unico avrebbe portato alla prevenzione di circa 400 milioni di nascite, ma è andata incontro a forti polemiche da parte delle Organizzazioni Non Governative internazionali per i metodi con cui è stata applicata, che andavano dalla semplice sanzione amministrativa alla perdita del posto di lavoro e, nei casi più gravi, agli aborti forzati