Da I Miserabili all’eutanasia. L’isola di Guernsey, piccolo avamposto britannico nel canale della Manica, poco distante dalle coste della Normandia, torna ad essere al centro delle attenzioni del mondo. Fino a pochi mesi fa, infatti, l’isola era nota soprattutto per aver ospitato Victor Hugo durante il suo esilio, dal 1855 al 1870. Una lontananza, assai prolifica dal punto di vista letterario, causata dalle accuse dello scrittore nei confronti del “traditore” Napoleone III. In quegli anni lontano da casa, Hugo diede alla luce una delle sue opere più importanti, i Miserabili, iniziato intorno agli anni ’40 del diciannovesimo secolo e completato nella capitale, St Peter Por. Più di 150 anni dopo l’isola torna a far parlare di sé per una proposta, discussa e votata in settimana, che potrebbe rendere Guernsey la prima isola britannica a legalizzare l’eutanasia. Una decisione che secondo il Guardian potrebbe far riaccendere il dibattito nel Regno Unito, già colpito dalla vicenda del piccolo Alfie, tre anni dopo il primo grande rifiuto sul tema del fine vita.
La situazione politica di Guernsey
Dal punto di vista amministrativo l’isola dipende dalla corona britannica ma, allo stesso tempo, non le appartiene. Guernsey è infatti dotata di un governo autonomo presieduto da un primo ministro che esercita il potere esecutivo. Il capo di stato è formalmente il sovrano d’Inghilterra, in quanto Duca di Normandia, ma è un suo delegato a ricoprire la carica di governatore. Il Regno Unito rappresenta Guernsey sia per quanto riguarda la diplomazia internazionale che gli eventi sportivi, a parte quelli che svolgono all’interno del Commonwealth. Sono 800 anni che Guernsey può vantare questa sua indipendenza, con la possibilità di stabilire nuove leggi e tassazioni. Il Parlamento è oggi composto da 40 eletti che non appartengono a nessun partito. Si definiscono, infatti, tutti indipendenti. L’isola, che ha sue banconote e una sua lingua, ha avuto un ruolo preminente durante la seconda guerra mondiale quando venne invasa dai tedeschi e per cinque anni la sua popolazione subì forti privazioni, rigidi coprifuoco ed esecuzioni sommarie. Nel 2018, festeggiato pochi giorni fa, ricorre il 73esimo anniversario dalla liberazione.
La “richiesta” del Primo Ministro
L’emendamento presentato da Gavin St Pier si rifà al cosiddetto modello applicato nell’Oregon, ventuno anni fa, dopo la vittoria di un referendum consultivo. La legge dello stato americano sul suicidio assistito, il cosiddetto Death with Dignity Act, permette di prescrivere dosi letali di farmaci a malati terminali che abbiano i requisiti per farne richiesta. Ovvero devono essere maggiorenni, capaci di intendere e di volere, affetti da malattia terminale con una prognosi che decreta un’aspettativa di vita inferiore ai 6 mesi. Un modello che è stato poi applicato in alti stati americani, in Canada e nella regione australiana di Victoria.
Chi si oppone
Il fronte compatto che si oppone alla legge è guidato dalla British Medical Association (BMA) e dalla Guernsey Disabilities Alliance. A marzo, il vescovo cattolico di Portsmouth, Philip Egan, ha inviato una lettera alle chiese dell'isola. Il messaggio auspicava che non venissero costruite “cliniche della morte” e faceva appello ai fedeli perché si ribellassero a questa possibilità. Anche per questo St Pier crede che l’esito della votazione non sia affatto scontato. ”L’isola è piuttosto conservatrice” si legge sul Guardian “Ma la discussione sul tema è stata abbastanza matura e civile. La maggioranza delle persone, come raccontano gli ultimi sondaggi nel Regno Unito, sono a favore di una legge che regoli la morte assistita”. Eppure i deputati del Parlamento di Guernsey sono divisi e saranno pochi voti a deciderne il destino. Tuttavia, anche in caso di esito positivo, si tratterebbe solo di un primo passo di un processo che potrebbe durare almeno tre anni. La legge avrà bisogno dell’approvazione del Consiglio privato di sua maestà (Privy Council) e passare per le stanze, finora poco ricettive, di Westminster. Solo in questo modo, infatti, i medici di Guernsey potranno essere sicuri di non venir processati secondo le leggi in vigore a Londra.