Roman Polanski attacca il movimento #MeToo, nato per denunciare le molestie e le violenze contro le donne, definendolo un "isteria di massa". Dopo che il caso Weinstein ha portato le donne - partendo da Hollywood per arrivare fino a Wall Street - a denunciare le prevaricazioni subite dagli uomini, il regista di origine polacca ha deciso di passare al contrattacco e citare in giudizio la Academy of Motion Pictures Arts and Sciences che lo ha espulso insieme a Bill Cosby a seguito delle accuse di molestie sessuali su minorenni.
Duro attacco al movimento #MeToo
Nell'intervista rilasciata all'edizione polacca di Newsweek - come riporta il Guardian - poco prima di essere espulso, l'84enne regista premio Oscar con "Rosemary's Baby", afferma che #MeToo è “il tipo di isteria di massa che ciclicamente si verifica nella società. A volte è molto drammatico, come la rivoluzione francese o il massacro del giorno di San Bartolomeo in Francia; qualche volta meno cruento, come il 1968 in Polonia o il maccartismo negli Stati Uniti". "Tutti cercano di sostenere questo movimento, principalmente per paura ... Penso che sia una totale ipocrisia" ha aggiunto.
La minaccia di far causa all'Academy
E dopo l'espulsione, in una lettera inviata all’Academy, l’avvocato del regista, Harland Braun, ha contestato le modalità con cui è avvenuta l’espulsione di Polanski, sostenendo che il suo cliente non ha avuto modo di difendersi dalle accuse. "Non stiamo qui contestando il merito della decisione di espulsione, ma piuttosto il palese disprezzo dell'organizzazione nei suoi stessi standard di condotta, così come le sue violazioni delle procedure richieste dal codice delle corporation californiane". ha scritto Braun, secondo quanto riporta il Los Angeles Times.
Polanski, cittadino polacco e francese, vive in Francia ed è ricercato negli Stati Uniti per lo stupro del 1977 di Samantha Geimer. Per anni ha cercato di negoziare un accordo con le autorità statunitensi. Geimer, che in passato ha detto di aver perdonato Polanski - scrive il Telegraph - ha bollato la decisione dell'Accademia di espellerlo come "un'azione brutta e crudele che serve solo all'apparenza". Lo stesso Polanski ha definito la decisione la scorsa settimana "il culmine dell'ipocrisia", secondo il suo avvocato Jan Olszewski. E Olszewski ha aggiunto che confrontare Polanski con Bill Cosby, è "un totale fraintendimento".