“È giunto il momento che l’Istituto teologico di Qom si trasformi in una nazione indipendente. Una nazione con confini geografici determinati, una bandiera, una costituzione, una nazione riconosciuta dalla comunità internazionale, che ospiti gli ambasciatori delle diverse nazioni”.
Così uno dei leader della comunità religiosa sciita, Ahmad Zadhush, che mercoledi ha diffuso una lunga nota con tale richiesta, ha scatenato un putiferio all’interno della Repubblica Islamica dell’Iran, un dibattito che sembra destinato a trasformarsi in un pandemonio.
La proposta, qualora presa in considerazione, potrebbe avere conseguenze epocali. Da una parte, come spiega il religioso, la possibilità di affermare Qom come “Vaticano degli Sciiti” darebbe voce unica perlomeno alla confessione minoritaria dell’Islam, una prospettiva favorevole per il dialogo tra le religioni e le questioni teologiche, ma d’altro canto, però, la proposta potrebbe scrivere “una nuova pagina della storia” dell’Iran, e soprattutto, portare ad una sorta di nuova divisione tra Stato e religione nel sistema iraniano, un’idea che chiaramente è un fulmine a ciel sereno per l’amministrazione iraniana.
“Lo Stato religioso di Qom”
Questo il nome proposto da Zadhush, direttore dell’Istituto Jameatul Murtadha, un centro di eccellenza di Qom, che negli ultimi anni ha portato avanti un lavoro intenso per il dialogo con le altre religioni e gli altri Stati. “Jameatul Murtadha", spiega Zadhush raggiunto telefonicamente dall’AGI, "è un centro che mira in primo luogo a insegnare le lingue straniere ai religiosi sciiti e poi a confezionare prodotti culturali in diverse lingue che possano presentare il vero Islam (intende quello sciita/ndr) nel mondo”.
Il religioso spiega: “L’indipendenza di Qom come nazione, permetterebbe alla città di diventare, come il Vaticano, il centro della leadership religiosa sciita nel mondo.” Zadhush ricorda: “In questa maniera, questo Stato avrà direttamente i suoi ambasciatori nel mondo e finalmente potremo dire a tutti cosa pensa l’Islam sciita, che vuole l’umanità, che lotta contro l’estremismo. Penso anche al dialogo con il Cristianesimo e credo che Qom come Stato indipendente, ripete, potrebbe compiere grandi passi”.
Il religioso chiede ai membri del clero sciita di appoggiare l’idea e chiede al Parlamento iraniano di approvare il piano. Lui spiega che per il sostegno economico dello Stato nascente, il governo iraniano potrebbe costruire uno stabilimento petrolchimico o qualche fabbrica nella città di Qom. Zadhush, è stato anche il primo, in 39 anni di Repubblica Islamica, ad aver finanziato, nel 2016, la registrazione del primo programma tv in Iran in lingua italiana, dedicato alla presentazione dell’Islam.
L’irritazione del governo di Teheran
Hesamoddin Ashena, consigliere per gli affari politici del presidente Hassan Rohani, ha risposto molto diplomaticamente cercando di celare l’irritazione. “Non conosco questo signore ma dovrebbe andare a leggersi la storia per capire perché 40 anni fa, qualcuno chiese la stessa cosa”. In effetti chi fu, nel 1979, a chiedere la formazione dello Stato di Qom e la conseguente divisione tra potere politico e religione?
L’idea dell’ultimo primo ministro dello Scià
Dopo la sua fuga dall’Iran, l’ultimo Scià lasciò come proprio primo ministro Shapur Bakhtiar. Il primo febbraio però Seyyed Ruhollah al Mousavi al Khomeini, tornò in Iran dopo 15 anni di esilio e 10 giorni dopo, l’11 febbraio del 1979, rovesciò il governo dello Scià formando nei mesi successivi la Repubblica Islamica.
L’idea di Shapur Bakhtiar, però, era che Khomeini andasse a Qom e, come il Papa, rimanesse lì come leader spirituale, ma non come capo del governo. Insomma Bakhtiar voleva dei “Patti Lateranensi”, che però non ci furono.
Per la separazione tra Stato e religione, comunque, bisogna dire che lo stesso Khomeini, come architetto della Repubblica Islamica, pensava ad un apparato laico per il governo repubblicano (dove quindi non potevano esserci religiosi) e poi ad alcune istituzioni religiose (come il consiglio dei guardiani, quello degli esperti, e la stessa guida suprema) formate dai membri del clero.
La proposta di Zadhush è rimbalzata sui social media e soprattutto su Telegram, in molti hanno anche auspicato che la nazione indipendente di Qom si faccia, in modo che la città divenga uno Stato religioso e il resto dell’Iran possa essere laico o più laico di adesso. È probabilmente un qualcosa alla quale il religioso stesso non ha pensato, ma a cui in queste ore molti pensano di sicuro, anche considerando la vecchia idea di Bakhtiar. Altri invece bollano l’idea come un tentativo di separatismo che potrebbe accendere altre voci indipendentiste, in una nazione fortemente multietnica e multiconfessionale come l’Iran.