Un Mark Zuckerberg che assorbe le critiche come una spugna. Che tiene la posizione a costo di sembrare immobile e robotico. Che evita scivoloni, imbarazzi, autogol. Che esce illeso da cinque ore di domande. Pallido ma fermo. Umile ma a volte anche necessariamente didascalico, come quando gli sono rivolte domande sul funzionamento di base di Facebook le cui risposte si sarebbero potute trovare su Google.
Così la stampa e vari osservatori internazionali commentano l’audizione del fondatore di Facebook davanti alle commissioni Giustizia e Commercio del Senato. Messo in difficoltà su temi come la posizione di monopolio della piattaforma, la scarsa reattività alla vicenda Cambridge Analytica, la protezione dei dati degli utenti, ma senza commettere mai passi falsi.
Diffuse anche le critiche alla capacità dei senatori di stare sul punto e fare domande adeguate. Zuckerberg esce bene dall’audizione in gran parte perché molti senatori non avevano idea di come funzioni Facebook, che soluzioni ci possano essere ai suoi problemi, o cosa volessero ottenere chiamandolo a testimoniare, scrive una durissima CNN.
Ma la maggior parte dei commenti oggi sono soprattutto sotto forma di meme, tweet e battute in Rete. L’audizione è stata noiosa ma almeno internet era in modalità meme a tutto spiano, ha commentato la testata The Verge.
Molti si sono soffermati sull’atteggiamento teso, rigido, un po’ robotico di Zuckerberg, in contrasto con le sue immagini sorridenti diffuse sui social ma in sintonia con la rappresentazione data nel film The Social Network, ampiamente citato
When you poke her but she doesn’t poke back. pic.twitter.com/yxJ07O3mw3
— Matt Fuller (@MEPFuller) 10 aprile 2018
I am a natural human! I am a natural human! I am a natural human! pic.twitter.com/nC5iGuQoBH
— Sam Roudman (@sroudman) 10 aprile 2018
Ma ancora di più sono quelli che hanno riguardato gli interventi elementari e confusi dei senatori. Come scrive Vox, non era il comportamento di Zuckerberg quello che più richiamava l’attenzione, anzi, lui cercava di non fare notizia. A colpire erano le domande dei senatori, che apparivano, a volte, sconclusionate e confuse”.
E in effetti tra le battute principali, non sono mancate quelle in cui i politici venivano paragonati al vecchietto che ascolti dal nipote come funzionano internet o il pc. Del genere: “Perché il mio nipotino non accetta la mai richiesta di amicizia su Facebbok”?. Oppure: “Buona parte della testimonianza di Zuckerberg mi ricorda quando aiuto i miei parenti al computer durante il giorno del Ringraziamento”. O ancora: “Zuckerberg dovrebbe essere interrogato dallo staff dei senatori, da quelli che gestiscono le loro pagine e profili social”.
WHY WON'T MY GRANDSON ACCEPT MY FRIEND REQUEST? pic.twitter.com/WEXonYDzKS
— David Mack (@davidmackau) 10 aprile 2018
“Mr. Zuckerberg, a magazine i recently opened came with a floppy disk offering me 30 free hours of something called America On-Line. Is that the same as Facebook?” pic.twitter.com/U7pqpUhEhQ
— Dave Itzkoff (@ditzkoff) 10 aprile 2018
“Mr. Zuckerberg, can you explain how I’ve been on Facebook for ten years and yet still do not have one friend request accepted?” #ZuckerbergTestimony pic.twitter.com/gPJu9V76l1
— Full Frontal (@FullFrontalSamB) 10 aprile 2018
I made the Zuckerberg testimony bingo board so you don't have to. pic.twitter.com/dsuli2qEMo
— Molly McGlew (@MollyMcGlew) 10 aprile 2018
Some of this Zuck testimony sounds a lot like me providing technical support to my relatives over Thanksgiving.
— Dennis Crowley (@dens) 10 aprile 2018
Zuckerberg should be questioned by the staffers than run the Senators Facebook pages.
— Philip Lewis (@Phil_Lewis_) 10 aprile 2018