In un contesto internazionale preoccupante per il crescere dello scontro tra l’Occidente e Mosca, che ha costretto anche Roma ad affrontare “la fase non gradevole delle reciproche espulsioni di diplomatici”, l’Italia ribadisce la volontà di avere con la Russia un rapporto di dialogo, collaborazione e amicizia, da sviluppare sia sul piano culturale, che su quello economico e politico.
A parlare, in un’intervista all’Agi, è l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano, il quale si è detto convinto che “anche se in Italia non c’è ancora un nuovo governo, tutte le forze politiche, che in qualche modo saranno al governo o eventualmente all’opposizione, favoriranno questo rapporto di dialogo e collaborazione con Mosca”.
In queste settimane, in cui la Russia è chiamata in causa da Stati Uniti ed Europa su diversi fronti - dal caso Skripal in Gran Bretagna, ai presunti attacchi con armi chimiche in Siria, fino alle nuove sanzioni Usa contro funzionari governativi e businessman - l’attività dell’ambasciata italiana “si intensifica ancora di più” proprio per mantenere aperto il necessario dialogo, ha raccontato Terracciano, che oggi al Cremlino presenterà le credenziali al presidente della Federazione russa, Vladimir Putin.
“Dopo dopo una battuta d’arresto, collegata a queste espulsioni incrociate, a cui abbiamo aderito su richiesta dei nostri alleati, in quanto parte della famiglia occidentale, rilanciamo ora il rapporto bilaterale con la Russia, prima di tutto attraverso iniziative culturali”, ha dichiarato Terracciano, che punta ad aumentare ancora di più il livello di offerta, rispetto ai 150 eventi realizzati l’anno scorso e a cui hanno partecipato un milione di persone.
Gli occhi sono puntati sul Forum culturale di San Pietroburgo, a novembre, dove l’Italia sarà ospite d’onore. E sempre la ex capitale degli zar aspetta a fine maggio, al Forum economico internazionale (Spief, 24-26 maggio) una delegazione di “grandi aziende italiane, che hanno già confermato la loro presenza ad alto livello”, ha anticipato l’ambasciatore, riferendo che “con l’Associazione Conoscere Eurasia, nell’ambito dello Spief, verrà organizzato un panel sulle possibilità di cooperazione tra startup italiane, europee e russe”.
“Sempre sul piano economico - ha proseguito - continuiamo a ritenere che debbano riprendere i finanziamenti alle piccole e medie imprese russe, attraverso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e speriamo di rendere operativo quel fondo comune d’investimento, deciso nel vertice di Trieste del 2013”.
In campo economico, ha garantito Terracciano, “l’Italia ha intenzione di sfruttare tutte le possibili occasioni per rafforzare la collaborazione”. Oggi, in ambasciata, il designer Fabio Novembre ha avviato il ciclo d’incontri ‘Triple I’ (Italian Immaginative Innovators), un’occasione offerta al pubblico russo per conoscere “il dinamismo del panorama economico del nostro paese, con dei racconti di avventure imprenditoriali di successo, caratterizzate da innovazione, creatività e inventiva, che sono il segreto del successo delle imprese italiane nel mondo”.
Nei prossimi mesi, sono attesi nell’ambito dei ‘Triple I’: Brunello Cucinelli; Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel; Carlo Ratti, architetto e docente al MIT di Boston; Marco Alverà, Ceo di Snam; Nerio Alessandri, presidente di Technogym; Claudio Luti presidente di Kartell e Fabrizio Di Amato presidente e fondatore di Maire Tecnimont.
Si tratta, a detta dell’ambasciatore, d’iniziative “in perfetta linea con le decisioni prese in ambito Ue: di fermezza su alcuni punti politici di divergenza, ma di apertura nei confronti della società civile russa”. “E’ stato detto, anche dai partner favorevoli a una linea più intransigente, che il regime sanzionatorio riguarda solo il governo e determinate persone, ma non il popolo russo, in quanto tale - ha spiegato Terracciano - quindi, nel momento in cui si adottano decisioni abbastanza dure, per certi aspetti senza precedenti nel contesto attuale, bisogna avere il coraggio di prendere iniziative, che vadano nel senso di favorire lo sviluppo della società civile per dimostrare che non c’è una contrapposizione con la Russia come paese e popolo”.
Le tensioni geopolitiche e le sanzioni non devono far dimenticare che ci sono settori, in cui “è possibile aumentare ulteriormente la collaborazione tra imprese italiane e russe”, ha voluto rimarcare l’ambasciatore: uno è quello energetico, “dove ci sono possibilità di alleanze globali tra Snam e Gazprom e collaborazioni molto forti di Maire Tecnimont con società russe, come Euochem e Gazpromneft, e dove l’Italia, ovviamente, vuole essere coinvolta nel disegno strategico delle rotte per il trasporto del gas, sia a livello di realizzazione degli impianti, che di utilizzo del gas trasportato”; l’altro settore, su cui scommettere è quello “agroindustriale, dove con il suo know how e la sua tecnologia, l’Italia può dare un contributo interessante per la creazione di un settore più strutturato nel paese”.
Anche il dialogo politico su dossier internazionali, come la Libia, difficilmente verrà interrotto: “Non c’è motivo per non continuare a collaborare, non abbiamo una contrapposizione diretta con la Russia. C’è stato, inevitabilmente, un certo livello di dispiacere da parte russa per il fatto che abbiamo dovuto partecipare a questa presa di posizione abbastanza dura, ma credo che qui capiscano che non avevamo scelta e non penso ci sia la volontà di interrompere quella collaborazione, che ha sempre caratterizzato i nostri rapporti”.