Ci sono voluti anni per confermarlo, ma Ata non è un alieno, ma una neonata deturpata dalle malformazioni. La piccolissima mummia dalla testa allungata scoperta in Cile è un feto nato morto oppure un neonato molto prematuro.
Chi era Ata
Scoperta 15 anni fa a La Nora, un’ex città mineraria nel deserto di Atacama, Ata - nomignolo che sta per “alieno di Atacama” o “umanoide di Atacama” - ha da subito incuriosito la comunità scientifica per il suo aspetto poco umano. A lasciare stupefatti i ricercatori è stata soprattutto la sua struttura ossea, ben sviluppata e calcificata, tipica dei bambini di 6 anni di età. Al contrario degli esseri umani, però, la mummia presenta 10 paia di costole anziché 12, mentre la testa ha una forma conica. Particolari che, complice anche un documentario, hanno alimentato la teoria secondo cui Ata sarebbe un ospite atterrato sulla Terra da un altro pianeta.
La scoperta
Acquistata da un collezionista privato spagnolo, la mummia è passata anni fa sotto il microscopio degli scienziati dell’università di Stanford che nel 2013 ne hanno stabilito la natura umana sulla base dello studio del DNA. Ora la nuova scoperta pubblicata sulla rivista Genome Research, cui sono giunti sequenziando l’intera mappa genetica: l’aspetto alieno di Ata è dovuto a una mutazione di 7 geni coinvolti nella crescita che hanno provocato le malformazioni e accelerato lo sviluppo dello scheletro. A ciò si aggiunge anche un’ernia diaframmatica congenita.
Dalla curiosità ‘aliena’ alla tragedia umana
“Era nata come una storia sugli alieni che ha varcato i confini nazionali e si è conclusa con una tragedia umana: una donna ha dato alla luce una figlia malformata”, ha commentato Garry Nolan professore di microbiologia e immunologia della Stanford University secondo cui la bimba sarebbe nata circa 40 anni prima del suo ritrovamento. “Impossibilitata a ricevere nutrimento e fortemente malformata, la bambina deve essere nata morta o poco dopo il parto”. Una volta deceduta la donna ha avvolto la figlia in un tessuto bianco legato da un nastro viola. Così la mummia è stata ritrovata e “venduta come un oggetto strano. Ha affascinato per la sua singolarità. Ma la sua natura umana può davvero essere d’aiuto per gli altri”, ha continuato Nolan.
Un aiuto per i malati
“La scoperta potrà spianare la strada a nuove cure per le persone affette da problemi scheletrici”, ha spiegato il ricercatore. “La comprensione del processo che ha causato le mutazioni e lo sviluppo delle ossa - di Ata, ndr. - ci permetterà di studiare terapie e farmaci in grado di permettere al ricostruzione delle ossa sin pazienti vittime ad esempio di incidenti catastrofici.