Il mercato del sesso con i minori è a distanza di un click e, denuncia Quartz, la legislazione di alcuni Stati americani favorisce attività illegali come questa.
E accade perché è possibile nascondere l’identità dei proprietari delle aziende. Nello Stato del Delaware, per esempio, è ospitato il sito backpage.com, il secondo portale di annunci a livello globale, su cui campeggiano annunci erotici e che è – secondo il sito americano – “il top dei bordelli online” e che ospita parte del traffico di esseri umani, anche minori.
Un paradiso delle imprese
Il Delaware è considerato un paradiso delle imprese, al punto da ospitarne più di quanti siano gli abitanti che lo abitano. Se in quello che è il secondo stato più piccolo degli Usa, collocato sulla costa est a un centinaio di miglia da Washington, prosperano 1 milione e 300 mila aziende, gli abitanti non superano quota 950 mila.
Il grande pregio è proprio la privacy prevista dalla legge: risalire al proprietario delle aziende è molto difficile, scrive Quartz, e anche il New York Times qualche anno fa aveva scritto di questo particolare territorio. “In un solo edificio sono registrate 285 mila società a responsabilità limitata”, che oltreoceano si chiamano Llc. E, secondo la Sunlight Foundation, “fondare una società in Delaware è semplicissimo, veloce ed economico”.
Transparency.org, due anni fa, spiegava che “non viene raccolto alcun dato sui titolari effettivi”, motivo per cui “per un criminale è un gioco da ragazzi creare una società per il riciclaggio di denaro illecito e accedere al sistema bancario statunitense”.
Basato in Delaware c’è quindi anche il sito backpage.com che continua a sopravvivere e a fare profitti.
L’azienda è attiva in 97 paesi in tutto il mondo e offre servizi in 943 località, ma tutto parte dal far east. È regolarmente online perché di fatto rispetta tutte le leggi: “Non abbiamo l’autorità legale, anche se lo vorrei, per chiuderlo”, ha spiegato il segretario di Stato Jeff Bullock al sito Delaware Online.
Nel piccolo territorio, oltretutto, il sito non ha nemmeno una presenza fisica, ulteriore aspetto che impedisce al Dipartimento di Giustizia di poter intervenire. E dal canto suo il sito, che non nega il proprio coinvolgimento nel mercato di scambio di sesso, si difende spiegando di “non essere responsabile di quanto postato dagli utenti”.
Società veicolo e prestiti fantasma
Il caso Backpage da tempo fa parte dell’agenda politica statunitense: un report del Senato, risalente al 2017, ha rivelato che il sito è coinvolto nel 73% dei circa 10 mila casi di tratta di minori segnalati ogni anno dal National Center for Missing and Exploited Children.
Soltanto in California sono stati registrati circa 2.900 casi di sospetto commercio di bambini avvenuti tramite il sito, tra 2012 e 2016. Secondo Quartz i fondatori del sito Backpage, in questo caso noti – si chiamano Michael Lacey e James Larkin -, avrebbero cercato di far sembrare di aver venduto l’azienda.
Un’operazione tentata attraverso “una serie di società veicolo internazionali e americane”, ma che in realtà avrebbe celato “un prestito da 600 milioni di dollari al CEO Carl Ferrer per far sembrare che l’uomo avesse rilevato la società, mentre a gestirla sarebbero rimasti i due”. In sella rimangono loro e, a chi si chiede perché, Quartz spiega che manovre del genere “spesso vengono fatte per evitare le responsabilità legali”.