"Non sottovalutate Annegret", è la battuta che si sente piu' spesso in queste ore a Berlino. La sottovalutarono la Spd e Martin Schulz, l'anno scorso, quando credettero di poter conquistare facilmente il Saarland, governato appunto da Annegret Kramp-Karrenbauer, detta anche "AKK".
E invece vinse lei con un fragoroso 40% dei consensi, interrompendo bruscamente l'onda anomala che aveva portato al boom nei sondaggi dei socialdemocratici, con uno Schulz festeggiato come un campione vincente, capace di strappare la cancelleria ad Angela Merkel.
Al contrario, fu l'inizio della fine, per la Spd: tre sconfitte regionali consecutive, il disastro alle elezioni politiche, e adesso il caos ai vertici e l'inabissamento dei consensi (oggi, per la prima volta, il partito che fu di Brandt e Schmidt è stato superato dall'estrema destra dell'Afd).
Merkel: "Mi fido completamente di lei"
Ebbene, ora Annegret Kramp-Karrenbauer ha serie chances di essere davvero la "delfina" di Frau Merkel: la cancelliera e presidente della Cdu, ha annunciato che sarà lei, governatrice del Saarland, il nuovo capo organizzativo del partito al posto di Peter Tauber. In teoria, un passo indietro, da presidente di un Land, per quanto piccolo, ad un ruolo partitico. In realtà, due passi avanti. "Io la conosco da molti anni, mi fido completamente di lei", ha detto Merkel. E c'è da crederle.
Le due hanno molto in comune: sono donne, sono forti, sono estremamente popolari. E, soprattutto, hanno ambedue caratteristiche personali e politiche tali da poter essere apprezzate pure da un elettorato socialdemocratico, incarnando in qualche modo il volto più "moderno" dei cristiano-democratici. Il limite insito a questa caratteristica è evidente: può lasciare sempre di più scoperto il "fianco destro" della Cdu.
In compenso, sia "AKK" che Merkel hanno in comune la capacità di farsi sentire vicine alla cosiddetta "gente comune". "Sempre solo far le pulizie nel Saarland, che noia", ha detto scherzando Kramp-Karrenbauer, in perfetto dialetto, travestita da donna delle pulizie ad una festa di carnevale di tre anni fa.
Uno sketch che fece furore in tv e in rete, facendo drasticamente aumentare la sua popolarità. In realtà, il suo odierno passaggio alla politica nazionale tedesca (la sua elezione a capo organizzativo del partito è fissata per il 26 febbraio) non sorprende, anzi: si era parlato di un ministero tutto per lei durante le trattative per la nuova Grosse Koalition. E invece niente. Ma sembra che la mossa di oggi sia stata preparata da mesi.
La 55enne avrebbe lei stessa proposto alla cancelliera di poter fare la segretaria generale della Cdu, e a nessuno sfugge che è il ruolo che vent'anni fa fece da trampolino di lancio alla stessa Merkel.
Per lo Spiegel, il 'merkelismo' è al tramonto
Lo Spiegel, tra i tanti, ipotizza che il prossimo passo sarà quello di nominarla, a tempo dovuto, leader del partito. Con ciò, circostanze permettendo, anche futura candidata cancelliera, perfettamente in linea con il 'merkelismo' come la Germania lo ha vissuto dal 2005 ad oggi.
D'altronde, il tema della successione della "ragazza dell'est" al posto che fu di Adenauer e Kohl viene posto ogni giorno con sempre maggiore insistenza, a cominciare dalle stesse fila della Cdu. "Crepuscolo", è il titolo che giorni fa si è permesso di dedicare alla cancelliera un giornale teoricamente amico come la Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Decidere adesso chi potrà essere la sua erede vuol dire anche farlo prima che l'erosione di autorità che sta oggettivamente vivendo (il risultato assolutamente favorevole alla Spd della maratona negoziale per la "GroKo" lo dimostra) lo renda impossibile. Prima, per esempio, che prenda troppo spazio tra i cristiano-democratici il suo principale avversario, il giovane Jens Spahn, propugnatore di una linea certamente più conservatrice di quella della cancelliera.
Per di più scrive sempre lo Spiegel, "AKK" gode di una popolarità interna al partito certamente superiore a quella della ministra della Difesa Ursula von der Leyen, che pure, insieme a Julia Kloeckner, è stata lungamente considerata una delle "papabili" alla successione.
Dal consiglio comunale alla lotta per la successione
Il fatto è che Kramp-Karrenbauer fa parte di quella schiera di politici che gli scalini del potere li hanno conquistati uno per uno. Cominciò da giovane consigliera comunale nella sua cittadina natale, Puettlingen, costruendo intorno alla sua figura un consenso solido. "Non c'è nessun compito che non possa essere affidato ad Annegret", ebbe a dire il suo predecessore al governo della Saar, Peter Mueller. Del suo Land è stata, appena trentenne, ministra dell'Interno e poi responsabile del dicastero per la Famiglia e il Lavoro. Come governatrice (dal 2011) ha guidato sia una coalizione "Giamaica", ossia con i Verdi e i liberali dell'Fdp, che una Grosse Koalition su scala regionale, dimostrando di essere un'abile mediatrice.
Di sicuro è una donna con i piedi per terra e lontana anni luce da ogni tipo di vanità. Madre di tre figli, ha studiato giurisprudenza e scienze politiche, in quanto "folgorata" a 18 anni sulla via della Cdu. Ma viene anche descritta come una combattente: come quando l'anno scorso è riuscita a strappare a Berlino 500 milioni l'anno per il suo Land oltre ai finanziamenti già previsti. "Mi considero un'ottimista, altrimenti non sarei entrata in politica", ama ripetere.
Politicamente, potrebbe essere definitiva una campionessa del "centro liberale": cattolica praticante, è stata al fianco di Frau Merkel in quanto ad accoglienza dei migranti, ma è sempre intervenuta con forza sui temi sia della politica della famiglia che del welfare. Il tutto senza dimenticare il suo lato conservatore: è stata contraria al "matrimonio per tutti" (ossia le nozze gay), ha chiesto una linea più dura sui profughi senza diritto d'asilo, ed ha fatto parlare di sé quando, all'apice della crisi con Ankara, ha vietato ad esponenti politici turchi di tenere comizi nel suo Land. Piccolo particolare: non c'era nessun comizio turco organizzato nella Saar.