La Russia starebbe pensando a un "criptorublo": una moneta elettronica da utilizzare per effettuare scambi commerciali internazionali aggirando le sanzioni imposte a Mosca. Lo riporta il Financial Times citando un intervento di Sergei Glazev, consigliere economico del presidente Vladimir Putin. Il criptorublo, cioè una valuta nazionale che utilizzi la blockchain, ha detto l'economista, sarebbe "uno strumento che si addice molto bene alle attività sensibili effettuate per conto dello Stato. Potremmo saldare conti con le nostre controparti in tutto il mondo senza alcun riguardo per le sanzioni".
Glazev non ha svelato particolari sul piano che, come sottolinea anche il Financial Times, non sembra di immediata applicazione. Il consigliere di Putin ha solo affermato che la moneta virtuale potrebbe essere "lo stesso rublo", scambiato su blockchain e la cui circolazione "sarebbe in qualche modo ristretta". Cioè regolamentata, in modo da consentire al Cremlino di tracciare gli scambi.
L'interesse di Putin per l'idea di criptorublo (reale o per fini elettorali vista la popolarità delle monete elettroniche in Russia) non è nuova. E viene approfondita di tanto in tanto anche con Vitalik Buterin: il creatore (russo) di Etherum ha incontrato più volte il presidente. L'ultima volta a Mosca, domenica 31 gennaio.