Secondo l'ex vice di Obama, Joe Biden, il Cremlino starebbe manovrando per favorire Lega e Movimento Cinque Stelle alle prossime elezioni, ricostruzione che i diretti interessati - come ha ribadito Alessandro Di Battista sulle colonne de La Stampa di oggi - bollano come bufala. L'uomo considerato l'anello di congiunzione tra Lega, M5s e Federazione russa, il deputato del partito di governo Russia Unita, Serghei Zheleznyak, non ha dubbi: da Mosca non c'è e non c'è mai stata alcuna interferenza nelle cose interne italiane orchestrata attraverso campagne di disinformazione e fake news. È pur vero, che con Lega e M5s esiste una sostanziale sintonia di vedute. In particolare, con il Carroccio, con il quale è stato firmato un vero e proprio accordo di collaborazione che prevede contatti e scambi di opinioni continui. In un'intervista all'Agi, Zheleznyak tiene a dire che la storia della presunta manipolazione del web da parte del Cremlino per diffondere disinformazione, finalizzata a sostenere l'ascesa in Italia di Lega Nord e Movimento Cinque Stelle, fa parte di una più ampia "guerra ibrida" sferrata non dalla Russia ma dai suoi "oppositori occidentali", in primis "da parte dell'establishment americano", interessati a "impedire il ripristino di relazioni normali tra Mosca e l'Europa".
"Con Salvini contatti regolari"
Quarantasette anni, vice segretario del Consiglio generale di Russia Unita e membro della Commissione Affari internazionali della Duma di Stato, Zheleznyak è stato inserito nelle blacklist di Usa e Ue dei funzionari russi coinvolti nell'annessione della Crimea nel 2014. È anche l'uomo che, a marzo scorso a Mosca, ha firmato con Matteo Salvini l'accordo politico tra il suo partito e il Carroccio. "Con i partner della Lega - racconta - siamo in contatto in modo regolare e ci scambiamo opinioni sulle questioni che preoccupano i nostri concittadini. Organizziamo riunioni, consultazioni e si sono svolti viaggi in Russia. Di recente, colleghi della Lega hanno visitato Kaliningrad, dove hanno incontrato rappresentanti della business community ed espresso l'intenzione di attrarre imprenditori italiani e contribuire allo sviluppo della regione".
Zheleznyak ribadisce la comunanza di vedute con la Lega di Salvini: "Non nascondiamo che condividiamo la linea dei partiti che conducono una politica nazionale responsabile, che sono pronti al dialogo su base paritaria, nel rispetto reciproco degli interessi nazionali". Per questo, Russia Unita continua a essere "aperta" a una collaborazione anche con il Movimento di Beppe Grillo, "con cui abbiamo avuto incontri, uno scambio costruttivo di posizioni sulle questioni piu' importanti di politica internazionale e della cooperazione bilaterale, ma non abbiamo firmato alcun accordo. Rispettiamo l'attività dei Cinque Stelle e siamo pronti a sviluppare le nostre relazioni nella misura in cui vi sarà interesse da entrambe le parti", sottolinea Zheleznyak, ribadendo che ad oggi "non ha senso" parlare delle prospettive di un accordo con i pentastellati, perché "non vi è una decisione in tal senso da parte degli organi direttivi dei rispettivi partiti".
"Mai parlato con Grillo. Nessun aiuto al M5S"
Sui sospetti che dalla Russia arrivi sostegno finanziario al M5S, il deputato chiarisce all'Agi: "Non abbiamo diritto di fornire aiuti finanziari ad altri partiti, ma possiamo condividere esperienze, idee e utilizzare questo nel nostro lavoro, poiché molti problemi hanno natura simile, spesso sono di carattere globale e richiedono sforzi congiunti per essere risolti". Zheleznyak, che a marzo 2016 ha incontrato i grillini Manlio Di Stefano e Alessando Di Battista, sostiene di "non aver mai parlato con Beppe Grillo", ma di "conoscere e capirne le posizioni e opinioni sulle questioni chiave". La visita a Washington, il mese scorso, del candidato premier M5S e vice presidente della Camera, Luigi Di Maio - il quale ha ribadito la "fedeltà" agli Usa e si è distanziato da Mosca - non comporta la perdita d'interesse da parte di Russia Unita verso il Movimento. "Non cerchiamo di costruire alleanze politiche contro qualcuno e riteniamo che 'pensare a blocchi' sia una caratteristica del passato. Il mondo è multilaterale e non può essere costruito sul principio di 'chi non è con noi è contro di noi'. Per questo non c'è nulla di illogico o condannabile nel desiderio dei politici italiani di sostenere relazioni costruttive sia con gli Usa, che con la Russia o con qualsiasi alto paese".
"I mutamenti in Europa dipendono dagli elettori"
Zheleznyak ribadisce, poi, che Mosca "per principio non interferisce negli affari interni di altri Paesi e rispetta qualsiasi cambiamento legittimo nella loro vita politica. I processi elettorali che si svolgono in Italia, la lotta tra i partiti per il voto degli elettori, sono diritti sovrani del popolo italiano. La Russia è interessata a che in Italia e in Europa regnino pace e stabilita'". Allo stesso tempo, Zheleznyak ammette che in Russia "si sta analizzando" la situazione in Europa: "Vediamo che, in diversi Paesi, stanno guadagnando forza quelle formazioni politiche, determinate a difendere gli interessi nazionali e a proteggere i valori tradizionali. Il nostro partito, come anche il nostro Paese, è aperto alla collaborazione con tutte le forze costruttive, che sostengono i valori umani universali, il diritto internazionale e che sono pronte al dialogo su base paritaria e alla collaborazione per risolvere i problemi globali, che riguardano tutti i popoli". Attribuire all'ingerenza russa i "mutamenti in corso in Europa" significa, a suo dire, non capire che questi "sono legati ai cambiamenti degli umori e delle preferenze degli elettori, dovuti alla loro insoddisfazione; i politici europei ragionevoli dovrebbero tenerne conto nella loro attivita'".
Il rapporto dell'Atlantic Council (The Kremlin's Trojan Horses 2.0: Russian Influence in Greece, Italy, and Spain), che denuncia l'esistenza di un network russo, operante nei Paesi mediterranei con il fine di condizionarne il dibattito pubblico, è derubricato da Zheleznyak all'"ennesimo rapporto, pubblicato da strutture finanziate dagli Usa, con l'unico obiettivo di impedire il ripristino di relazioni normali tra la Russia e l'Europa". A suo dire, "l'idea che su internet, infrastruttura ancora tecnologicamente e amministrativamente dipendente dal governo e dai servizi segreti Usa, qualche altra forza possa, indisturbata e su vasta scala, influenzare i processi politici ed elettorali in diverse parti del mondo, appare come un'esacerbazione della schizofrenia anti-russa. Il presupposto stesso che delle elezioni dipendano non dalla volontà di milioni di persone, ma da una manciata di hacker è una mancanza di rispetto nei confronti degli elettori e una stupidità politica", aggiunge.
Il caso di RT e il referendum
L'episodio citato più di tutti come dimostrazione della campagna mediatica russa per delegittimare il governo italiano e destabilizzare il Paese risale al 30 ottobre 2016, quando in piena campagna per il referendum costituzionale voluto dall'allora premier Matteo Renzi, l'emittente finanziata dal Cremlino 'Russia Today' ha presentato le immagini di una manifestazione a Roma per il Sì, come una protesta anti-governativa in sostegno del No. L'Italia, secondo le ricostruzioni stampa, ha sollevato proteste attraverso canali ufficiali. "Sia in Russia, che in Italia - dice Zheleznyak - nessuno per legge ha diritto di intromettersi nelle attività della stampa e influenzarne le politiche editoriali. Russia Today tiene alla sua reputazione e, per quanto ne so, verifica in modo attento il materiale pubblicato. Quel giorno c'erano manifestazioni sia a favore, che contro le politiche di Renzi. Russia Today, nel giro di un'ora e ancora mentre l'evento era in corso, ha corretto la didascalia che accompagnava il video. Purtroppo, una tale correttezza nei confronti dell'informazione sulla Russia da parte di una serie di media occidentali, non c'è e registriamo che in una serie di Paesi i nostri media sono presi di mira; la loro colpa sta solo nel fatto che non rientrano nel coro generale della russofobia, condotto da circoli politici violenti a Washington e Bruxelles".
"Tocca ai giornalisti contrastare le fake news"
L'allarme occidentale per le fake news e la disinformazia russa è ribaltato dal parlamentare. "Le fake news - sostiene - sono il prodotto di una guerra ibrida e uno dei metodi di concorrenza sleale, condotta da alcuni paesi contro altri, nello specifico la Russia, attraverso media assoldati e social network". Allo stesso tempo, Zhelesnyak non sembra appoggiare azioni come quella di Facebook che il mese scorso, dopo l'inchiesta della testa americana Buzzfeed su un network di siti italiani di notizie dalla forte caratterizzazione "sovranista", capaci di raggiungere un pubblico di circa 25 milioni di persone, ha cancellato buona parte delle fanpage dei siti in questione. "La libertà di parola e il diritto dei cittadini di ricevere informazioni affidabili sono per il nostro Paese tra i valori universali prioritari, che sosterremo sempre. Chi fa ricorso alla pubblicazione di fake news deve innanzitutto essere contrastato dalla comunità giornalistica professionista e dalle istituzioni della società civile, formando criteri per l'affidabilità dell'informazione e il rispetto verso il pubblico".
"Chi parla di hacker non sa nulla di informatica"
Hacker, fabbriche di troll, per il deputato si tratta solo di "accuse infondate e assurde, gonfiate artificialmente e politicizzate. Finora non è mai stata presentata una sola prova dell'interferenza della Russia nelle elezioni di altri Paesi, perché semplicemente queste prove non esistono. Gli articoli del genere 'Le mani del Cremlino' non sono altro che loro stesse fake news". A suo dire, "tutte le dichiarazioni sull'esistenza di fabbriche russe di hacker o troll sono stupidaggini, inventate da persone che non sanno nulla di tecnologia informatica: la particolarità del cyberspazio è che è transfrontaliero e che un criminale può entrare nella rete globale da indirizzi IP che tecnicamente fanno capo a qualunque luogo della terra. Per questo sarebbe stupido aspettarsi dagli hacker l'utilizzo di indirizzi IP del paese dove si trovano effettivamente". Durante la campagna elettorale per le parlamentari dell'autunno di quest'anno, il sito di Russia Unita è stato attaccato da hacker più di 20.000 volte, "ma di questo non accusiamo nessun altro Stato". Abbiamo più volte offerto a Usa e Ue collaborazione nel campo della cyber security, ma per ora i nostri appelli non hanno avuto risposta. Anzi, l'Occidente e in prima fila gli Usa, hanno iniziato a perseguitare la società russa Kaspersky Lab, che sta sviluppando programmi anti-virus moderni, di livello mondiale. Sembra che per i nostri avversari sia importante non trovare i criminali informatici e garantire una reale sicurezza del cyberspazio, ma inventare qualsiasi scusa per infangare la Russia. Non importa quanto la bugia sia assurda".
"I burocrati hanno rovinato le relazioni con la Ue"
E così succede che sia la Russia, oggi, a temere per interferenze nelle sue di elezioni, quelle che a marzo dovrebbero riconfermare Vladimir Putin leader del Cremlino. "Ci aspettiamo un aumento dell'isteria anti-russa e delle pressioni dei nostri rivali geopolitici. Consideriamo controproducente e pericolosa la guerra ibrida avviata dagli oppositori occidentali della Russia. Certamente proteggeremo il nostro paese e i cittadini da qualsiasi tentativo d'interferenza straniera nella nostra politica". Nella lunga intervista all'Agi, Zhelesnyak non ha esitazioni nel dire che Le relazioni tra Russia e Europa oggi "non possono essere considerate efficaci. Questi rapporti sono stati rovinati per colpa dei funzionari di Bruxelles, abituati a soddisfare la volontà dei vecchi partner da Washington. Non importa quanto alto sia il livello di russofobia degli euroburocrati, in Europa è chiaro che la maggioranza dei cittadini è stanca di questa isteria che danneggia l'economia e le persone.
"Gli Usa accettino un mondo multipolare"
"Secondo i dati dell'Onu, le perdite dell'Occidente dalla sanzioni antirusse in tre anni sono nell'ordine di 100 miliardi di dollari, il doppio delle perdite subite dalla Russia. In Europa la crescita della consapevolezza della mancanza di alternativa al dialogo con la Russia è confermata dalla trasformazioni di politica interna in diversi paesi del continente, e anche dai numerosi incontri bilaterale e multilaterali e delle consultazioni con i politici del più ampio spettro. Siamo pronti a collaborare e su questo con l'Europa abbiamo molte prospettive. Ma la cooperazione implica regole eque, condizioni paritarie e assenza di restrizioni illegittime", conclude Zhelesnyak, "sono convinto che in una cooperazione paritaria e reciprocamene vantaggiosa della Russia con gli Usa, con l'Italia, sia concentrato maggiore potenziale per la sicurezza e la prosperità dei nostri popoli e di tutto il mondo, che non nel nostro scontro. Ma per realizzarla - conclude il deputato di Russia Unita - le autorità americane devono accettare la realtà di un mondo multipolare e smettere di cercare di mostrare alle altre nazioni come vivere. Spero che questo accada presto, perché la trasformazione su vasta scala della civiltà, a cui stiamo assistendo ha un carattere oggettivo".