Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente francese Emmanuel Macron hanno concordato una "stretta cooperazione" sulla crisi di Gerusalemme e faranno pressione su Donald Trump affinché riconsideri la sua decisione. Lo riferisce l'agenzia Anadolu citando una fonte della presidenza turca.
Nel corso di un colloquio telefonico, Erdogan e Macron hanno condiviso la "preoccupazione per l'intera regione" per la scelta degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale israeliana.
Erdogan ha sottolineato che è dovere di tutta l'umanità preservare lo status di Gerusalemme e ha aggiunto che un passo sbagliato potrebbe avere un impatto negativo su tutta la regione, compreso Israele. I due presidenti hanno concordato di continuare gli sforzi per convincere gli Stati Uniti a riconsiderare la decisione.
Anadolu aggiunge che Erdogan ha anche discusso della questione Gerusalemme con i presidenti Nursultan Nazarbayev, Ilham Aliyev e Michel Aoun, del Kazakistan, dell'Azerbaijan e del Libano. Il presidente turco ha ribadito che "la pace e la stabilità regionali possono essere garantite solo attraverso uno stato indipendente e sovrano palestinese entro i confini del 1967 e con Gerusalemme Est come capitale". Riferendosi al vertice straordinario dell'Organizzazione di cooperazione islamica (OIC) che si terrà a Istanbul il 13 dicembre, Erdogan ha aggiunto che il summit sarà l'occasione per mostrare l'unità del mondo islamico su Gerusalemme, una città santa per musulmani, ebrei e cristiani.
Bandiere bruciate a Berlino
Intanto, circa 1200 persone hanno manifestato davanti all'ambasciata americana di Berlino contro il riconoscimento americano di Gerusalemme capitale di Israele.
Sono state sventolate diverse bandiere palestinesi, turche e siriane. I 450 poliziotti presenti per controllare la situazione si sono attivati solo quando sono state bruciate due bandiere israeliane e parte della folla ha intonato violenti slogan antisemiti. In serata più di un centinaio di persone è sfilata in corteo all'interno di Neukölln, uno dei quartieri a più alta concentrazione araba della capitale. La manifestazione, non autorizzata, si è sciolta spontaneamente all'arrivo della polizia. Ad Amburgo invece circa duecento persone hanno protestato davanti al consolato americano al grido di "No Gerusalemme capitale".