Potrebbe essere un drone il primo concreto strumento della nuova politica di difesa dell'Unione europea. Ventitré paesi Ue su 28 hanno aderito alla cooperazione permanente rafforzata nel campo della difesa e sicurezza comune, e fra i 50 progetti presentati c'è quello di un drone europeo per usi di intelligence militare, a cui partecipa anche l'Italia.
Come è nata
Assieme a Parigi, Madrid e Berlino, anche Roma ha avuto un ruolo importante nella creazione di un’Europa della Difesa, come ha riconosciuto lo stesso capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini nel giorno, definito "storico", della firma degli impegni da parte dei 23 paesi. Il 13 novembre ricorreva fra l'altro il secondo anniversario delle stragi di Parigi, che hanno aumentato la determinazione a una lotta comune contro il terrorismo.
“L’unità dei Paesi europei nel campo della difesa e della sicurezza è molto più forte di quanto non la si percepisca- ha detto Mogherini al termine delle riunioni dei ministri degli Esteri e della Difesa Ue – Spero che questa unità sia di ispirazione per altri settori della politica comune. È un esempio di come l’Ue può essere efficace e più integrata”.
Chi è dentro e chi è fuori
Ad essere esclusi dall'Unione, oltre al Regno Unito, sono Danimarca, Malta, Portogallo e Irlanda (che però potrebbe entrare prossimamente). La decisione formale è prevista per la prossima riunione dei ministri degli Esteri di dicembre e avverrà a maggioranza qualificata.
L’obiettivo del nuovo meccanismo à quello di sviluppare programmi di addestramento, facilitare e accelerare la realizzazione di operazioni esterne ma sarà anche un’opportunità per l’industria del settore, che potrà approfittare di maggiori investimenti favoriti anche da uno speciale Fondo europeo per la difesa: dal 2020 avrà una dotazione di 5,5 miliardi all'anno.
Era il 1954 quando il progetto di una Comunità europea di difesa non vide la luce a causa della opposizione francese. Da allora i diversi nazionalismi e negli ultimi decenni soprattutto il Regno Unito non avevano mai permesso l'avanzamento dell'integrazione nel settore della sicurezza e della difesa. Dopo la decisione britannica di uscire dall'UE e le scelte di politica estera dell'amministrazione Trump, e anche in reazione agli attentati terroristici che hanno colpito l'Europa negli ultimi anni, i 27 hanno finalmente avviato una concreta forma di unione della difesa, pur senza arrivare alla creazione di un esercito europeo. L'intera strategia, come ha ribadito Mogherini, è compatibile con la partecipazione di molti paesi Ue alla Nato: lo stesso segretario generale Jens Stoltenberg ha partecipato alla riunione dei ministri di Esteri e Difesa del 13 novembre.
La lista dei 23 Paesi firmatari:
- Austria,
- Belgio,
- Bulgaria,
- Repubblica ceca,
- Croazia,
- Cipro,
- Estonia,
- Finlandia,
- Francia,
- Germania,
- Grecia,
- Ungheria,
- Italia,
- Lettonia,
- Lituania,
- Lussemburgo,
- Olanda,
- Polonia,
- Romania,
- Slovacchia,
- Slovenia,
- Spagna,
- Svezia.