Questo sabato, negli Stati Uniti d'America, inizierà una guerra civile contro i suprematisti bianchi. Quella che oggi appare una vera e propria fake news è nata come una voce, assai pericolosa, che ha percorso le strade dei social network: dai 140 caratteri di Twitter, ai gruppi chiusi su Facebook, dai messaggi su Reddit alle chiacchierate private nelle chat di messaggistica più diffuse. E che ha messo in allarme i gruppi di estrema destra contro la presunta minaccia, violenta e incontrollata, dei gruppi anti-fascisti. La vicenda, dai tratti surreali, è raccontata dal Guardian.
Questa voce, che ha preso corpo negli ultimi giorni, ha trovato linfa attraverso la denuncia di una sorta di caccia all'uomo violentissima pianificata per il prossimo sabato. La preda? I seguaci di Trump. Soprattutto quelli bianchi, conservatori, promotori dell'auto-difesa contro lo straniero e difensori delle armi. È lo stesso giornale inglese a riportare l'entità di quella che è diventata una vera valanga fatta di rabbia, odio e tensioni sociali in risposta a una minaccia che non è mai esistita. Su Facebook, ad esempio, si leggono messaggi di questo tipo: "Un'altra offesa contro i bianchi e giuro su Dio che prendo una dannata macchina e li investo tutti". Non la decisione migliore in un periodo in cui è il terrorismo dell'Isis ha utilizzare la medesima strategia per diffondere morti e paure.
C'è qualcosa di vero?
Ovviamente no. Non c'è nessun riferimento al fatto che i gruppi anti-fascisti vogliano, per il 4 novembre, scendere in piazza e "conquistare il Paese". Nessuno ha mai parlato neanche di una protesta organizzata, figuriamoci di un vero conflitto. Eppure la narrazione dei cosiddetti "antifa" (così chiamati in rete) viene spesso ingigantita dai leader dei suprematisti bianchi. Su Youtube, ad esempio, questa presunta cospirazione "comunista e anarchica" è raccontata con toni apocalittici e grotteschi.Sempre secondo la ricostruzione del Guardian, la bufala della "guerra imminente" è stata scatenata da tre eventi:
- La protesta indetta a Los Angeles dal Revolution Communist Party, particolarmente attivo contro il duo Trump-Pence, che ha avuto risvolti particolarmente eclatanti dovuti al blocco di un'autostrada. Durante la protesta sono stati fatti riferimenti a questa rivoluzione del 4 novembre.
- Un video diventato virale su Facebook che racconta della decisione presa dai gruppi anti-fascisti di indire una data per questa presunta Guerra Civile con l'allusione a dettagliati piani su come attaccare poliziotti, fascisti e membri del Governo e a campagne di fundraising per acquisire armi e munizioni.
- InfoWars, il programma radiofonico fatto da Alex Jones, speaker seguitissimo, amante delle cospirazioni, che ha plasmato questa storia in un racconto che ha convinto moltissime persone a prepararsi a quello che potrebbe accadere sabato prossimo.
Il risultato è che qualcuno ci è cascato davvero. Gateway Pundit, un blog conservatore abbastanza famoso, ha messo online una storia firmata dal suo corrispondente alla Casa Bianca che raccontava di quello che sarebbe potuto accadere il 4 novembre, compresa la decapitazione, attraverso le parole di un presunto leader antifascista. Tutto scambiando un tweet ironico per una vera testimonianza di guerra.
Il "troll" e le origini della bufala
Quando nasce una bufala c'è sempre chi l'ha innescata. In questo caso è un profilo twitter che, per la sua bravata, è stato sospeso per alcuni giorni. Una "trollata" ideata da @KrangTNelson che in maniera palesemente ironica, almeno secondo lui, ha preso in giro i gruppi suprematisti bianchi ingigantendo la storia della guerra civile del 4 novembre. Una storia surreale che VICE ha deciso di ricostruire attraverso le parole, in prima persona, dell'autore. Un gioco, una presa in giro, una forma di satira che la rete ha preso sul serio. L'ennesimo esempio dei danni che le fake news possono creare quando non vengono riconosciute come tali diventando veri mezzi di propaganda. L'unica cosa certa è che il 4 novembre non ci sarà alcuna guerra civile. E questa sì che è una buona notizia.