Pugno duro della magistratura spagnola che apre le porte del carcere agli indipendentisti catalani. I leader secessionisti sono stati arrestati a Madrid dove si sono presentati senza il loro capo, Carles Puigdemont, che rimane a Bruxelles e su cui pende un mandato d'arresto internazionale, scrive il Corriere. L'accusa per tutti è di malversazione (per l'uso di fondi pubblici nel referendum secessionista), sedizione e ribellione.
Il magistrato dell'Audiencia Nacional, Carmen Lamela, scrive Repubblica, ha accolto le richieste dell'accusa e ha stabilito il carcere per gli otto ex consiglieri della Generalitat che oggi hanno deposto dinanzi al Tribunale.
- Oriol Junqueras
- Jordi Turull (Presidenza)
- Josep Rull (Territorio)
- Meritxell Borrás (Governo)
- Raul Romeva (Esteri)
- Carles Mundó (Giustizia)
- Dolors Bassa (Lavoro)
- Joaquim Forn (Interno).
L'unico che i pm hanno 'salvato' è Santi Vila, che si era dimesso dall'incarico 24 ore prima che il Parlament approvasse la dichiarazione unilaterale di indipendenza: per lui il pubblico ministero ha chiesto una cauzione di 50mila euro, versandoli potrà evitare il carcere.
Proprio quando a Madrid la gran parte dell'ex governo catalano era chiamato in giudizio, Puigdemont è stato localizzato in una caffetteria a pochi metri dalla sede a Bruxelles del Parlamento europeo: nel bar Karsmakers, Puigdemont è stato fotografato a un tavolo, insieme a un amico che lo accompagna in queste giornate. Tanto l'ex presidente che 4 componenti del suo deposto governo - Clara Ponsatì, Antoni Comin, Lluís Puig e Meritxell Serret - sono a Bruxelles da lunedì notte e non sono tornati a Madrid, nonostante la convocazione giudiziaria.
Il mandato d'arresto europeo nei confronti di Puigdemont e dei quattro consiglieri che sono con lui a Bruxelles è destinato alle autorità belghe, scrive La Stampa. Il deposto presidente catalano, si ricorda, "ha dichiarato pubblicamente la sua intenzione di non presentarsi" a Madrid dove deve rispondere insieme agli altri di ribellione, sedizione e malversazione, e "ha sollecitato la videoconferenza, senza offrire alcuna informazione sulla sua attuale sede". I cinque, nonostante fossero a conoscenza della data di comparizione in tribunale fissata per oggi, "non si sono presentati". I cinque potrebbero essere fermati in qualunque momento ed essere posti sotto custodia cautelare in attesa della decisione di un giudice sul loro trasferimento in Spagna.