È ufficialmente aperta la campagna elettorale per il ballottaggio delle presidenziali in agenda per il 7 novembre. A contendersi la presidenza della Liberia sono l'ex star del calcio internazionale George Manneh Weah, arrivato in testa al primo turno con il 38,4% delle preferenze, e il vicepresidente uscente Joseph Nyuma Boakai, che ha ottenuto il 28,8% dei consensi.
Sono questi i risultati definitivi diffusi a Monrovia dalla Commissione elettorale nazionale (Nec). Lo scorso 10 ottobre il 75,2% degli aventi diritto, in tutto quasi 1,6 milioni di elettori, hanno votato in un clima sereno e di grande partecipazione. I dati resi noti dai commissari della Nec confermano i numeri già anticipati nei giorni scorsi.
L'ex campione ci prova per la terza volta
Al suo terzo tentativo di arrivare alla presidenza, Weah, senatore di opposizione della Coalition for Democratic Change (Cdc) in tandem con la sua vice Jewel Howard Taylor, ex moglie del dittatore Charles Taylor, hanno fatto un tiro in porta. Il 7 novembre dovranno misurarsi a Boakai, 73 anni, politico collaudato, e al suo Unity Party (Up).
L'ago della bilancia sarà rappresentato dagli altri tre candidati sconfitti, che per ora non hanno dato alcuna consegna di voto. Charles Walter Brumskine e il suo Liberty Party (Lp) rappresentano il 9,6 % degli elettori, seguiti da Prince Y. Johnson del Movement for Democracy and Reconstruction (Mdr), votati dall'8,2% degli aventi diritto. Ad avere voce in capitolo c'è anche Alexander B. Cummings dell'Alternative National Congress (Anc): l'ex dirigente della Coca-Cola, volto nuovo della politica liberiana entrato di scena solo 18 mesi fa, è riuscito ad ottenere 7,2% dei consensi.
L'appuntamento elettorale del 7 novembre segnerà il primo passaggio di potere democratico nella storia del piccolo Paese dell'Africa occidentale, dopo 12 anni di presidenza Ellen Johnson-Sirleaf. Uscita nel 2003 da una lunga e sanguinosa guerra civile e reduce di una grave epidemia di ebola, nel 2014, la Liberia ha ancora istituzioni ancora molto fragili, segnate da corruzione, con buona parte della popolazione che vive nella povertà.