2287 delegati per un solo uomo. Il via ufficiale al prossimo Congresso del Partito Comunista Cinese, il diciannovesimo dalla fondazione del partito, nel 1921, è fissato per le ore 9 di mercoledì 18 ottobre 2017. Nella Grande Sala del Popolo, il palazzo del parlamento cinese, si riuniranno i delegati giunti nella capitale da tutte le province cinesi per eleggere la nuova classe dirigente del partito. Il “grande diciannovesimo”, come viene chiamato (“Shijiu Da”, in cinese) sarà, secondo l’opinione condivisa da tutti gli osservatori, un Congresso di consolidamento, più che di transizione, e come tale, da esso ci si attende che accresca ulteriormente il ruolo del segretario generale, Xi Jinping, all’interno del partito e dello Stato, con la prevista inclusione del suo contributo ideologico nella carta costituzionale del partito.
I ricambi al vertice: non solo il Pcc
Nonostante le aspettative siano tutte focalizzate sul leader, dal prossimo Congresso è atteso un ampio ricambio dei vertici del Pcc: cinque dei sette membri attuali del Comitato Permanente del Politburo, il vertice decisionale del Pcc, hanno superato la soglia dei 67 anni, oltre la quel è previsto, per consuetudine, il ritiro dalla vita pubblica (tutti tranne Xi e il primo ministro, Li Keqiang); stesso discorso anche per undici dei ventiquattro membri del Politburo, l’Ufficio Politico del Comitato Centrale. Ancora più massiccio è previsto il ricambio all’interno delle Forze Armate: dei 303 delegati al Congresso riconducibili all’Esercito di Liberazione Popolare o alla Polizia Armate del Popolo, circa il 90% sono alla prima esperienza, un numero incredibilmente alto, come sottolinea Cheng Li, direttore del John L. Thornton China Center della Brookings Institution, uno dei più rispettati osservatori della scena politica cinese. Non solo: appena il 17% (sette su quarantuno) degli alti funzionari militari presenti al diciottesimo Congresso del 2012 manterranno il posto. “Questo costituirà il più grande ricambio mai avvenuto dell’élite militare nella storia della Repubblica Popolare Cinese”, scrive Cheng.
Cosa è successo finora
La data di apertura del Congresso, già ampiamente annunciata il 31 agosto scorso, è stata confermata dal Comitato Centrale del Pcc, riunitosi dall’11 al 14 ottobre scorsi a Pechino nella settima sessione plenaria (plenum) dal diciottesimo Congresso del partito di fine 2012. Il Comitato Centrale (Cc) è l’organo di dirigenti composto da circa duecento membri permanenti, più altri 150 circa membri supplenti che compone il vertice a base più ampia del Pcc. Al settimo plenum, il Cc era composto di 191 membri permanenti e 141 supplenti. La settima sessione è l’ultima prima del Congresso e ha avuto tra i suoi compiti quelli di fissarne in via definitiva la data di inizio, ratificare l’espulsione dei membri indagati per corruzione e approvare le modifiche alla costituzione del partito, che saranno sottoposte all’attenzione del Congresso stesso.
Come si arriva al Congresso
Il Congresso del Partito Comunista Cinese, composto di 2287 delegati, è “la leadership suprema del Partito Comunista Cinese”, come recita un video diffuso dall’agenzia Xinhua che spiega il funzionamento dell’organo (anche se le decisioni più importanti vengono prese in altre sedi e da un numero di esponenti del partito molto minore). Prima dell’avvio ufficiale del Congresso, i delegati vengono eletti dalla varie provincie: al loro interno verrà eletto un presidio e un segretario generale, che sarà responsabile delle procedure messe in atto dal Congresso. Il meccanismo di elezione riguarda tutti i partecipanti: per esempio, anche lo stesso segretario generale del Pcc e presidente cinese, Xi Jinping, è stato eletto tra i delegati al Congresso, nella scorsa primavera, nella provincia sud-occidentale cinese del Guizhou. Il processo di elezione di tutti i membri del Congresso si è conclusa ufficialmente il 29 settembre scorso, secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Xinhua. IL processo di selezione dei membri, scrive l’agenzia di stampa cinese, “aggrega la leadership del partito con la democrazia”.
La riunione che si terrà a Pechino ha tre compiti principali:
- l’elezione del nuovo Comitato Centrale del Pcc, sia dei membri permanenti che di quelli supplenti. I membri del Comitato Centrale provengono, in gran parte, dagli stessi organi del partito, dai ministeri, dal mondo accademico, dai media e dalle imprese di Stato;
- l’elezione della Commissione Disciplinare, l’organo che dà la caccia ai funzionari corrotti, composto da 120 membri, venti dei quali fanno parte del Comitato Permanente della stessa Commissione, e che quindi detengono il vero potere decisionale;
- Approvare i rapporti di lavoro presenti dal Comitato Centrale e dalla stessa Commissione Disciplinare e le decisioni sui più importanti affari del partito e dello Stato, come nel caso di modifiche alla costituzione del partito, (già approvate dal Politburo e dallo stesso Comitato Centrale del Pcc allo scorso plenum).
Durante il Congresso
Mercoledì 18 ottobre alle ore 9 del mattino, le tre del mattino in Italia, si aprirà ufficialmente il diciannovesimo Congresso del Pcc presso il palazzo dell’Assemblea Nazionale del Popolo, la sede del parlamento cinese che affaccia su piazza Tian'anmen. L’evento principale della giornata sarà la presentazione del rapporto del Comitato Centrale che verrà pronunciata del segretario generale del Pcc, Xi Jinping: il rapporto prende in esame sia i progressi ottenuti dal partito nei cinque anni trascorsi dal precedente Congresso (il diciottesimo si tenne nel novembre 2012) sia le prospettive per i successivi cinque. I delegati, divisi nelle varie commissioni, cominceranno, poi, le discussioni e le procedure sugli emendamenti alla costituzione del partito.
Cosa succede al termine del Congresso
Al termine della riunione dei delegati, che dura circa una settimana, si riunisce il primo plenum del nuovo Comitato Centrale eletto dal Congresso. La prima riunione plenaria del Comitato Centrale si può considerare come un’estensione del Congresso e avrà tre compiti principali:
- l’elezione del segretario generale del partito. La rielezione di Xi Jinping è data pressoché per scontata. Dal sesto plenum del Comitato Centrale, tenutosi lo scorso anno, Xi è anche core leader del partito, ovvero nucleo della leadership, una carica che lo eleva, all’interno del Comitato Permanente del Politburo, al di sopra degli altri membri. Dal 2013 in poi, Xi ha avviato anche dodici commissioni di livello nazionale delle quali è a capo e che hanno potere decisionale sulle principali attività del partito e dello Stato;
- l’elezione del Comitato Permanente del Politburo, ovvero la cerchia ristretta di leader di livello nazionale che detengono il vero potere decisionale. Nell’attuale Comitato Permanente, composto da sette membri, siedono: Xi Jinping, segretario generale del Pcc, presidente della Commissione Militare Centrale, il massimo organo decisionale delle Forze Armate, e presidente della repubblica Popolare Cinese; Li Keqiang, primo ministro a capo del Consiglio di Stato, il governo cinese; Zhang Dejiang, presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese; Yu Zhengsheng, presidente della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese, il massimo organo di consulenza dell’Assemblea Nazionale del Popolo; Liu Yunshan, primo segretario della segreteria del Comitato Centrale e massima autorità degli organi di propaganda; Wang Qishan, capo della Commissione Disciplinare per l’Ispezione Disciplinare; Zhang Gaoli, vice primo ministro esecutivo del Consiglio di Stato;
- l’elezione del Politburo, ovvero l’ufficio politico del Comitato Centrale, composto oggi da ventiquattro dirigenti di livello nazionale, dopo l’espulsione, ratificata il 14 ottobre scorso, del segretario del partito di Chongqing, Sun Zhengcai. Il Politburo del Pcc riunisce, al suo interno, tutti i principali leader del partito, dello Stato e dell’Esercito di Liberazione Popolare, l’esercito cinese.