Cosa fare di quella stanza dell’hotel di Las Vegas? Cosa fare delle sue maledette finestre da dove il folle Stephen Paddock fece fuoco su una massa di innocenti il primo ottobre scorso? Cancellare o conservare in onore alla memoria le tracce del più sanguinoso crimine del genere nella storia degli Stati Uniti?
Sono questi i tristi dubbi al vaglio della MGM Resorts International, proprietaria del Mandalay Bay Resort and Casino, che ospitò Paddock nella stanza 135, al 32esimo piano, e che l’uomo, un bianco di 64 anni che veniva da Mesquite nel Nevada, trasformò in un temporaneo incredibile arsenale. Cinquantotto i morti, oltre cinquecento i feriti attinti dalle sue pallottole mentre assistevano a un concerto di musica country.
La cinquantanovesima vittima cadde nella suite e fu lui, l’assassino, che dopo avere seminato l’inferno si tolse la vita con un colpo alla testa.
Il fascino di macabre location
Cosa fare dunque di quella camera, che Paddock riempì di 23 fucili e una pistola? Che è tuttora riconoscibile per le finestre rotte, fotografata da tutti i turisti che arrivano a Las Vegas?
Si tratta di una decisione che sarebbe difficile per qualsiasi grande albergo, ma più ancora per un hotel di Las Vegas, dove i visitatori arrivano per evadere dalla vita di ogni giorno, per dimenticare nell'arco breve di un soggiorno possibilmente epicureo i problemi della quotidianità.
L’hotel potrebbe considerare l’ipotesi di mettere i sigilli alla Room 32-135, se non addirittura all’intero piano, per evitare – in casi analoghi è accaduto spesso – di diventare meta di quel genere di curiosi morbosi affascinati dalle location macabre. Quando non è stato possibile smantellare i luoghi teatro di omicidi di massa, anche questo è successo. Per questo il night club Pulse a Orlando, in Florida, dove un pazzo uccise 49 persone a giugno dello scorso anno, resta tuttora chiuso e il suo titolare pensa di trasformarlo in un memorial. Invece la scuola elementare Sandy Hook nel Connecticut, dove nel 2012 furono uccisi sei adulti e 20 bambini, è stata demolita e ricostruita quattro anni dopo.
Per ora, i portavoce del Mandalay Bay hanno rifiutato di anticipare qualsiasi intenzione. Non è escluso che la MGM Resorts International eriga un memoriale da qualche parte nell’albergo, in forma permanente o temporanea, o che lanci una raccolta fondi per le vittime e le loro famiglie. “L’hotel è stato in tutto e per tutto una vittima, e con la trasformazione di uno spazio in qualcosa che onori le vittime, si spera che si possa lenire il dolore e fare una cosa buona” dice il presidente dell’Ink Link Marketing, Kim Miller, con un’esperienza specifica circa le scelte difficili delle società.