L'Unione europea e i suoi Stati membri "stanno facendo ben poco per garantire canali di accesso legali e sicuri a centinaia di migliaia di migranti richiedenti asilo, consentendo al contrario che si compiano continui abusi e violazioni dei diritti fondamentali all'interno delle frontiere europee". È quanto denuncia Oxfam - a due anni dall'adozione dell'Agenda europea sulle migrazioni - nel dossier "Al di là della fortezza Europa", che partendo da testimonianze dirette racconta di condizioni di vita disumane e diritti fondamentali violati per donne, uomini, ragazzi in fuga da guerre, violenze e fame.
Il rapporto Oxfam
Revisione dell'Agenda sulle migrazioni
Il rapporto presenta proposte per "una radicale revisione dell'Agenda sulle migrazioni" e fa appello ai leader che si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo del 19-20 ottobre, "affinché sia adottata un'autentica inversione di rotta nella gestione delle migrazioni". Per Oxfam, le istituzioni europee e gli Stati membri si sono "concentrati in modo sproporzionato su politiche di contenimento dei flussi di migrazione irregolare e protezione delle frontiere, con poca o nulla attenzione a soluzioni sostenibili di lungo termine".
Fallimentare politica di ricollocamento
Risultato: "Una progressiva esternalizzazione delle frontiere, esplicitata con gli accordi tra Ue e Turchia, tra Italia e Libia e con Paesi africani di transito e origine dei migranti" e "una fallimentare politica di ricollocamento di rifugiati e richiedenti asilo". Ad oggi, infatti, da Grecia e Italia sono stati realizzati solo il 28% dei ricollocamenti previsti: meno di 30mila persone in tutto, a fronte di un impegno per oltre 98mila da realizzare entro il settembre di quest'anno.
"Non dimenticare la vergogna di Idomeni"
"In questi due anni di Agenda - ricorda Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia - abbiamo lavorato in Italia, Grecia, nei Balcani in contesti di vera emergenza umanitaria. Ovunque abbiamo assistito a trattamenti indegni, sentito storie di 'viaggi della speranza' finiti in un'Europa che non dà speranze, di bambini e ragazzi che scompaiono dal sistema di accoglienza. Non possiamo dimenticare la vergogna del campo di Idomeni in Grecia, i 2.600 morti nel Mediterraneo di quest'ultimo anno, la testimonianza di quanti, sbarcati in Sicilia, sono passati dalle torture nei campi di detenzione in Libia (a denunciarle è l'84% dei migranti intervistati, ndr), le centinaia di persone lasciate senza un riparo l'inverno scorso in Serbia, le violenze da parte delle autorità alle frontiere ungherese e croata".
"Traditi i valori del progetto europeo"
"I leader europei continuano a dirci che l'Ue si fonda sul rispetto dei diritti umani, eppure hanno sostenuto politiche migratorie disumane, al solo scopo di conquistare qualche voto in più. Tradendo così i valori fondanti del progetto europeo - conclude Bacciotti -. Per riacquistare credibilità è necessario un immediato cambio di approccio, che garantisca davvero il rispetto e la tutela dei diritti umani fondamentali di migranti e rifugiati, lavorando assieme ai Paesi di origine per sradicare le cause della povertà. Senza una vera inversione di marcia, l'Europa continuerà semplicemente a negare a sempre più persone il loro diritto di richiedere asilo, senza affrontare le cause strutturali alla base del fenomeno migratorio".