Angela Merkel è finalmente uscita allo scoperto e sabato scorso, a Dresda, davanti ai membri del suo partito, ha annunciato ufficialmente l'inizio di colloqui esplorativi con liberali (FDP) e verdi per la creazione di una coalizione che guidi la Germania per i prossimi quattro anni. "È chiaro che i socialdemocratici non possano fare parte del governo nell'immediato futuro, quindi consiglio a tutti noi di non perdere più tempo pensandoci". L'eventuale coalizione è soprannominata Giamaica a causa dei colori con cui si è soliti identificare le tre formazioni coinvolte, nero per l'Union, giallo per i liberali e verde per i verdi, ovvero gli stessi che compongono la bandiera dell'isola caraibica. La cancelliera ha tempo fino a metà dicembre per presentare al Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier la propria squadra di governo. Nel frattempo dovrà trovare un'intesa di contenuti e cariche sia verso i due partiti di minoranza, che all'interno della sua stessa formazione politica, quell'Union, normalmente considerata un blocco unico formato da CDU e CSU, al momento però in forte crisi.
Il rischio di una scissione della Csu
Il 24 settembre scorso, la CSU - che tradizionalmente si presenta solo in Baviera, lasciando ai cristiano-democratici l'onere di candidarsi nel resto del Paese - ha registrato il peggiore risultato elettorale dal 1953, 38,8% delle preferenze contro il 49,3% del 2013. Nei giorni scorsi Horst Seehofer, leader del partito nonché primo ministro baverese, ha attaccato duramente la sua cancelliera lasciando intendere addirittura la possibilità di una scissione. Una prospettiva non impossibile anche secondo Alexander Dobrindt, neocapogruppo parlamentare della CSU: "Prima di parlare di governo dobbiamo capire se CDU e CSU saranno ancora sorelle". Al centro della discussione c'è soprattutto la differente veduta sulla politica dell'accoglienza. Non piace la decisione della Merkel di rifiutare un numero predeterminato di rifugiati così come la mancata pretesa di fare registrare i richiedenti solo nel primo Paese Ue di approdo, come sancito dal Regolamento di Dublino. Se i verdi sono fortemente contrari ad un cambio di strategia della cancelliera, i liberali hanno più volte sottolineato l'esigenza di un compromesso che, secondo il quotidiano Zeit, potrà essere trovato su un pacchetto di riforme che limitino fortemente l'immigrazione senza però citare numeri precisi.
Un liberale successore di Schaeuble?
La CSU vorrebbe anche minori aiuti sociali ai richiedenti asilo, tornando alla normativa vigente fino a metà 2015 quando si poteva richiedere il ricongiungimento familiare solo se il rifugiato aveva dimostrato di essere in grado di potere provvedere economicamente a tutta la famiglia. E sul tavolo delle trattative c'e' anche un diverso approccio al futuro dell'Unione Europea. Se Merkel e verdi vedono di buon occhio l'istituzione sia di un Fondo Monetario che di un Ministero delle finanze europei, la CSU e, soprattutto, i liberali, si oppongono ad un bilancio comune o ad una politica di solidarietà comunitaria. Molto peserà, ai fini dell'equilibrio di coalizione, la scelta del nuovo Ministro delle finanze tedesco dopo il già annunciato spostamento di Wolfgang Schaeuble a capo del Bundestag. Già in campagna elettorale i liberali avevano posto la condizione che sarebbero entrati in un eventuale governo solo se avessero ottenuto la carica in questione.
I paletti dei verdi
È sul piano energetico e fiscale invece che si giocano i maggiori contrasti tra Merkel e verdi. La formazione guidata da Cem Ozdemir e Simone Peter pretende l'addio immediato alle centrali a carbone più inquinanti sul suolo tedesco, una tassa sui super-redditi ed un reinvestimento del surplus finanziario registrato negli ultimi anni a favore di politiche ambientali e rafforzamento del welfare. Un obiettivo ben diverso da quello annunciato da cristiano-democratici e liberali in campagna elettorale, desiderosi di alleviare il carico fiscale dei contribuenti a prescindere dal ceto sociale. All'alba del suo quarto mandato da cancelliera Angela Merkel dovrà trovare un compromesso su tutto cercando anche di riconquistare i tanti voti persi dalla CDU negli ultimi quattro anni di governo. Non ci sono alternative. Già questo è un motivo per non fallire.