Pensionato 64enne, più che benestante, una vita tranquilla, incensurato, con nessuna ideologia in particolare, assente sui social: lo stragista di Las Vegas è quanto di più lontano ci sia da un sospetto criminale. Eppure il 1 ottobre ha imbracciato il suo fucile semi-automatico e ha sparato sulla folla uccidendo 59 persone e ferendone oltre 500. Per alcuni il motivo che ha armato la sua mano va ricercato nell'infanzia ed è legato a un padre in cima alla lista dei "most wanted". Per altri le due cose hanno poco a che fare l'una con l'altra. Intanto i media tracciano il profilo di Stephen Paddock che da uomo comune è passato (purtroppo) alla storia.
Un passato difficile, con il padre rapinatore
Stephen Paddock aveva solo 7 anni quando suo padre fu catturato nel 1960 a pochi chilometri dal luogo in cui domenica 1 ottobre si è macchiato della più grande strage armata degli ultimi 50 anni di storia americana. Benjamin Paddock era un ladro di banche ed era evaso dalla prigione federale di La Tuna, in Texas, diventando così uno dei criminali più ricercati d'America descritto dall'FBI come uno psicopatico con tendenze suicide.
Sua moglie decise di rifarsi una vita altrove. In California, nello specifico, dove si trasferì con i suoi 4 bambini. Nella Sun Valley, area urbana della classe media lavoratrice, Stephen crebbe, imparò a giocare a tennis diventando abbastanza bravo, e si laureò in business al Cal State college. Trovò subito lavoro e fece fortuna nell'immobiliare. Molta fortuna. Al punto che - come ha dichiarato uno dei suoi fratelli - "divenne multimilionario e con i soldi si era potuto concedere il "buen retiro" in quelle pensioni per ricchi".
Divorziato, senza figli, Paddock aveva iniziato ad acquistare case negli anni '90 intorno a Los Angeles in un periodo in cui i prezzi erano stellari. E da allora ha cambiato spesso residenza, in cerca di sole e di relax. L'ultima maxi vendita risale al 2014: un grande appartamento a Dallas venduto per 8 milioni di dollari. Forse il più grande affare della sua carriera. Amava guidare indossando i guanti. Si è sposato due volte: la prima nel 1977 con una compagna di college, la seconda, nel 1995 con una ex compagna di scuola. Nessuno dei due matrimoni funzionò.
"Era leale e generoso"
Sebbene non fosse un 'animale molto sociale', le persone che lo conoscevano hanno dichiarato ai media americani che era leale e generoso. Mentre suo fratello ha raccontato che inviava di frequente biscotti alla mamma 89enne che vive in Florida. L'unico difetto era il vizio per il gioco: trascorreva ore e ore davanti ai videopoker dei casino. Ma proprio in uno di questi casino, all'Atlantis di Reno, ha incontrato Marilou Danley, filippina con cittadinanza australiana che lavorava come cameriera. Come fa un uomo così 'normale' a uccidere a freddo 59 persone a ferirne più di 500?
Dopo il massacro la polizia ha trovato decine di armi da fuoco nelle sue case, in particolare in quella di Mesquite, in Nevada. Un funzionario federale ha, inoltre, fatto sapere che la sua fidanzata aveva iniziato a dubitare della sua salute mentale negli ultimi tempi.
Qualcuno fa risalire i suoi disturbi alla condotta del padre e alla sua vita californiana. Quando Benjamin Paddock fu arrestato - racconta il Wall Street Journal - sua madre, Irene Hudson, fece credere a Stephen - gli altri 3 erano troppo piccoli per capire - che suo padre era morto in un incidente d'auto.
Stephen, e poi suo fratello minore, credettero a questa storia per decenni. La famiglia si trasferì nella California del Sud dove vivevano i parenti di Irene. Mentre la donna era fuori per lavoro, faceva la segretaria in uno studio, i suoi figli a casa si picchiavano, ma lo facevano per gioco. Stephen era molto grande, era alto e superava i 110 chili, e faceva da padre ai suoi fratelli. Quando avevano una ventina d'anni, la mamma decise di rivelare ai figli la verità sul loro padre. I ragazzi lo odiarono e ancora oggi non riescono a pronunciare il suo nome. Ma anche i 4 fratelli non sono rimasti uniti: Stephen e Patrick hanno perso i contatti per 20 anni: "Non avevamo motivo di cercarci", ha dichiarato Patrick. E' andata diversamente con Eric, con cui ha mantenuto uno scambio frequente di messaggi, fino a sei mesi fa. A giugno un dottore aveva prescritto a Stephen degli ansiolitici. Dal 2016 l'uomo aveva iniziato a collezionare armi in modo quasi compulsivo. Oggi Eric si pente di non aver telefonato al fratello: "Forse sarebbe cambiato qualcosa..."